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No allo “spezzatino” per il completamento della trasversale Orte-Civitavecchia. Nei giorni scorsi quattro associazioni ambientaliste sono intervenute nel procedimento di Via con proprie osservazioni, chiedendo, come riporta una nota, che sia adottata “la soluzione progettuale di più contenuto impatto ambientale e storico-culturale”.
Lipu-BirdLife Italia, Wwf, Italia Nostra e Gruppo d’intervento giuridico (Grig) contestano la decisione adottata da Anas, che “su indicazione commissariale, non trova di meglio che spezzare il progetto dell’ultimo tronco in due interventi stralcio – prassi ritenuta illegittima dalla giurisprudenza univoca europea e nazionale, in quanto la valutazione degli impatti sull’ambiente dev’essere complessiva – e chiedere l’avvio di una nuova procedura di valutazione di impatto ambientale relativa al solo primo intervento stralcio (Monte Romano Est – Tarquinia) con un progetto del quale non si comprende la logica”.
“L'intervento – scrive Anas sul suo sito Internet - è stato suddiviso in due stralci a causa della complessa situazione vincolistica delle due porzioni di territorio attraversato.
“Il Tar Lazio – dicono invece gli ambientalisti - sulla scorta dell’orientamento indicato dalla Corte di Giustizia europea, ha indicato un itinerario giuridicamente corretto da compiersi per realizzare l’opera pubblica nel rispetto dell’ambiente. In buona sostanza, devono ritornare degne di attenzione quelle alternative progettuali (il tracciato viola in primo luogo) indebitamente scartate, che porterebbe a una realizzazione del progetto compatibile con i valori ambientali e storico-culturali del territorio della Tuscia”.
La strada era spianata, secondo Lipu-BirdLife Italia, Wwf, Italia Nostra e Gruppo d’intervento giuridico (Grig). “Invece che cosa succede? Il Governo Draghi, in attuazione dell’articolo 4 del decreto sblocca cantieri, nomina un commissario straordinario per il completamento dell’opera, il quale mette mano alla progettazione, nella zona di Monte Romano e chiede l’avvio di un nuovo procedimento di Via relativo all’ultimo tronco stradale da realizzare.
Eppure l’indicazione scaturita da Corte di Giustizia europea e Tar Lazio è chiara e permetterebbe di completare (finalmente) l’opera, salvaguardando ambiente e valori storico-culturali del territorio e sfruttando entro i tempi previsti i cospicui finanziamenti pubblici: seguire il tracciato viola, quello di minor impatto ambientale, con un’unica progettazione e un unico procedimento di Via. E poi sarebbero gli ambientalisti a complicare le cose?”.
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