Ondate di calore, i medici di base sul programma della Regione Lazio: "Non condiviso, va cambiato"

Gli uffici della Asl Viterbo
Piano di assistenza sanitaria per le ondate di calore, ci sono criticità da risolvere. Per il sindacato dei medici «la Regione Lazio ha avviato il programma delle...

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Piano di assistenza sanitaria per le ondate di calore, ci sono criticità da risolvere. Per il sindacato dei medici «la Regione Lazio ha avviato il programma delle ondate di calore 2023, ma senza aver incontrato i medici di medicina generale. Fimmg Viterbo, in pieno accordo con Fimmg Lazio, non intende aderire a questo programma molto complesso, non condiviso, difficilmente applicabile e remunerato con cifre del secolo scorso».

La critica arriva dalla Federazione italiana medici di medicina generale, il sindacato più rappresentativo della categoria che, per bocca di Michele Fiore. La Asl viterbese aveva reso noto i numeri del progetto: 280 persone contattate nella fase clou di Caronte, ovvero dal 13 al 23 luglio; oltre 100 hanno avuto bisogno di essere inseriti nella sorveglianza e, in circa 20 situazioni, è stata attivata l’Unita di continuità assistenziale (Uca) per un intervento a domicilio. Ma Fiore afferma: «I numeri potevano essere molto più alti se solo la Regione avesse ascoltato gli attori principali, vigili della buona riuscita dell’attività di sorveglianza dei pazienti fragili. Ovvero noi medici di famiglia». 

Il nodo è questo: «Se ci fosse stato un confronto propedeutico, avremmo ricordato che gli elenchi inviati dalla Regione e contenenti i nominativi dei pazienti contengono dati spesso non aggiornati», sostiene Fiore. Esempi? «Riporta persone che non hanno bisogno e non fanno parte dei pazienti del medico a cui l’elenco li assegna. Errori che si potrebbero evitare se l’iniziativa non fosse calata dall’alto», sostiene. Oltre agli elenchi non appropriati, c’è la questione burocratica. «Il portale dedicato alla registrazione e all’aggiornamento dei dati sulla scheda telematica è troppo complesso. Un sistema che – sottolinea – ci riduce a burocrati. In passato, la procedura era più semplice. Già dagli ultimi mesi della vecchia giunta è cambiato, diventando oltremodo farraginoso. E l’attuale amministrazione regionale ha confermato sia il programma, sia il difetto di non coinvolgerci».

La contrarietà della Fimmg non ha evitato che i medici aderissero a titolo personale. E non ha certo significato che l’assistenza sia stata negata. «Nelle scorse settimane di caldo intensissimo – racconta Fiore – il carico di lavoro è aumentato. Con le temperature alte c’è stato un significativo incremento dei casi sincopali, con svenimenti, lipotimie e abbassamenti di pressione tra i nostri pazienti. Casi ben maggiori rispetto a quelli dello scorso anno».

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Il Messaggero