Omicidio stradale sulla Cimina, 25enne condannato a 7 anni e mezzo di carcere

Valentina Rubino
​Omicidio stradale, il 25enne egiziano condannato a 7 anni e mezzo di carcere. La sentenza è arrivata ieri nel primo pomeriggio. Il ragazzo a marzo scorso era alla guida...

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​Omicidio stradale, il 25enne egiziano condannato a 7 anni e mezzo di carcere. La sentenza è arrivata ieri nel primo pomeriggio. Il ragazzo a marzo scorso era alla guida dell’auto in cui morì Valentina Rubino. Il giovane, ai domiciliari da marzo è stato condannato dal gup del Tribunale di Viterbo con rito abbreviato che consente lo sconto di un terzo della pena e gli è stata applicata anche un’attenuante in quanto, secondo quanto ricostruito, la vittima non avrebbe indossato la cintura di sicurezza.

I 7 anni e mezzo di condanna comminata sono la stessa pena che aveva richiesto il pubblico ministero Michele Adragna in aula. Durante l’udienza erano presenti anche le tre parti civili (i familiari di Valentina e i due ragazzi rimasti coinvolti nell’incidente). La notte tra il primo e il 2 marzo quattro giovani di Viterbo, mentre tornavano da una serata in discoteca, finirono fuori strada. In auto erano in 4, due ragazze e due ragazzi. Le due donne rimasero gravemente ferite. Una si salvò l’altra, Valentina Rubino, morì dopo pochi giorni. Le use condizioni erano disperate e, nonostante il tempestivo intervento dei soccorsi e il trasporto in pronto soccorso, per lei non ci fu nulla da fare. Per lei si mobilitò tutta la provincia. In moltissimi si recarono a Belcolle per donare il sangue, con la speranza di darle ancora un po’ di vita.

Per giorni il centro trasfusionale di Viterbo fu pieno di donatori. Scattò una vera gara di solidarietà. In tantissimi infatti risposero all’appello lanciato dall’associazione Admo e dagli amici della ragazza che chiedevano sangue Rh negativo per il disperato intervento a cui doveva essere sottoposta la giovane. Subito dopo la morte di Valentina la procura di Viterbo, sostituto procuratore Michele Adragna, aprì un fascicolo per omicidio stradale per fare piena luce sull’incidente. Le indagini svolte dai carabinieri e l’autopsia sul corpo della giovane portarono elementi solidi sul caso. Il giovane appena dopo qualche giorno dall’incidente mortale si presentò col suo avvocato Marco Valerio Mazzatosta davanti al giudice e confessò. Confessò di essere stato lui alla guida dell’auto finita fuori strada e che Valentina era al suo fianco.

L’autopsia sulla giovane, eseguita subito dopo lo schianto, confermò che la ragazza durante il viaggio non indossava la cintura. Elemento che ieri ha portato il Tribunale a concedere uno sconto di pena. Tra 30 giorni il deposito della sentenza.

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Il Messaggero