Omicidio Bramucci, si stringe il cerchio sulla famiglia: indagata la cognata

Omicidio Bramucci, si stringe il cerchio sulla famiglia: indagata la cognata
Omicidio Bramucci, si stringe il cerchio sulla famiglia della vittima. E’ proprio lì, tra le persone “care” che si nasconderebbe il mandante. Sul registro...

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Omicidio Bramucci, si stringe il cerchio sulla famiglia della vittima. E’ proprio lì, tra le persone “care” che si nasconderebbe il mandante. Sul registro degli indagati, oltre a Tonino detto Tony Bucci e Lucio La Pietra 48enni di Roma Est finiti agli arresti perché ritenuti gli esecutori materiali del delitto, ci sarebbero anche Alessio Pizzuti, Costantin Dan Pomirleanu e Sabrina Bocchio, cognata di Bramucci.

La sorella della moglie con la quale il 58enne fin dal 2013 aveva avuto dei dissapori. Finiti in una denuncia per furto. Il nome della Bocchio però non sarebbe finito sul registro solamente per vecchi dissapori familiari. «La sera del 6 agosto, il giorno prima dell’omicidio - scrive la gip Rita Cialoni nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i due romani - la cognata e Bacci si contattano telefonicamente per ben tre volte e dopo la mezzanotte del giorno dell’omicidio vi è una chiamata senza risposta».

Non solo, ai registri ci sarebbe anche una telefonata effettuata il 4 agosto. Giorno in cui Tony Bacci e Lucio La Pietra effettuano il sopralluogo a Soriano nel Cimino. Contatti che hanno subito destato l’interesse degli investigatori che hanno iniziato a scavare nel passato di Bramucci e della cognata. «I due arrestati - scrive ancora il gip - sono stati ragionevolmente reclutati da terzi (anche in ragione dell’assenza di contatti pregressi con la vittima) proprio per la loro indole delinquenziale». Appare però ancora avvolto dal mistero il motivo per cui sia stato reclutato un commando di fuoco per fare fuori Salvatore Bramucci.

Il 58enne, che da anni gravitava nel mondo delinquenziale, aveva molti precedenti per usura. E secondo la moglie nonostante fosse ancora ai domiciliari non aveva smesso. Avrebbe dovuto riscuotere 43.700 euro, come rendicontato su un’agendina rossa sequestrata dai carabinieri del Nucleo investigativo nei primi giorni di indagine. Quel che sembra certo è che il movente sia legato ai soldi. Bramucci nei giorni prima dell’omicidio forse aveva capito che qualcosa non stava andando per il verso giusto e che la situazione nella sua villa di Soriano nel Cimino stava precipitando.

La moglie avrebbe detto agli investigatori che da giorni parlava di recuperare il denaro e trasferirsi all’estero. Non solo, da giorni viaggiava con una mazza da baseball dietro il sedile. E Bramucci poteva uscire di casa solamente 6 ore al giorno. Ore che sono state più che sufficienti per organizzare un agguato e freddarlo con sei colpi di pistola mentre stava ingranando la marcia sulla strada di casa. Gli esecutori materiali ieri mattina sono comparsi davanti al gip per la convalida. Entrambi hanno scelto di non rispondere alle domande del giudice.

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Il Messaggero