Bramucci, il Riesame: «Un omicidio per fame di soldi»

L'omicidio di Salvatore Bramucci
Killer “asserviti” e mandanti “affamate di soldi”. La trama dell’omicidio Bramucci si fa sempre più complessa. Ieri mattina con...

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Killer “asserviti” e mandanti “affamate di soldi”. La trama dell’omicidio Bramucci si fa sempre più complessa. Ieri mattina con l’ammissione prove è ufficialmente iniziato il processo ai killer Toni Bacci e Lucio La Pietra e alla pianificatrice Sabrina Bacchio. Tutti presenti in aula hanno ascoltato le parti senza colpo ferire.

LA PERIZIA
Toni Bacci ha subito chiesto di essere sottoposto a perizia psichiatrica in quanto “cavalier servente” della Bacchio. Richiesta lasciata in standby dalla Corte d’Assise. Saranno invece 60 i testimoni, di accusa e difesa, che dovranno essere ascoltati per fare luce piena sulla morte di Salvatore Bramucci.

GLI INDAGATI
Il 57enne pluripregiudicato è stato ucciso il 7 agosto 2022 da un commando armato mentre era in auto. A ideare e pianificare l’agguato mortale la moglie Elisabetta Bacchio, grazie all’aiuto della sorella Sabrina. Elisabetta è stata l’ultima ad essere arrestata un anno dopo dei killer e sarà anche l’ultima a entrare nel processo. Ingresso previsto il 18 dicembre, quando il pm Massimiliano Siddi chiederà la riunione dei processi.

LA MANDANTE
Elisabetta Bacchio, da due mesi rinchiusa nel carcere di Civitavecchia, tramite il suo avvocato Marco Borrani ha presentato ricorso al Tribunale della Libertà per chiedere la scarcerazione. Il Riesame però ha bocciato ogni richiesta, spiegando come il suo ruolo nell’agguato non fosse solo di spicco. «I dati raccolti - spiegano i giudici del Riesame - appaiono univoci nell’indicare un pieno coinvolgimento di Elisabetta Bacchio nella commissione dell’omicidio, in qualità di mandante. Il progetto omicidiario, maturato nel contesto di una situazione familiare pesantemente compromessa dalle condotte violente e sopraffattore di Bramucci e consolidatosi una volta appresa l’intenzione del coniuge di abbandonare la famiglia e trasferirsi a Tenerife con il “tesoretto” accumulato nel tempo grazie ai traffici delittuosi, ha visto l’indagata coinvolgere la sorella, affidandole il nevralgico compito di reclutare una serie di soggetti, grazie all’opera dell’amico di vecchia data Tonino Bacci, con i quali ha poi costruito le fasi organizzative ed esecutive dell’agguato mortale.

I FATTI


Nella preparazione del delitto, l’indagata si è spesso interfacciata attraverso la sorella con il Bacci, fornendo informazioni riservate sulle abitudini di vita del coniuge rivelatesi essenziali in ottica organizzativa e determinanti per la realizzazione del reato». Il Riesame non si è limitato a chiarire il ruolo dell’indagata ma ha anche specificato le motivazioni che l’avrebbero portata a chiedere aiuto per far fuori il marito. «Può ritenersi - continuano i giudice del Riesame - che il progetto del Bramucci di lasciare definitivamente l’Italia per trasferisti all’estero abbia indotto la moglie a vedere nella morte del marito l’unico modo per impedirgli di lasciare lei e i figli senza alcuna risorsa economica». I giudici definiscono Elisabetta scaltra, senza scrupoli e capace, per denaro, di ideare e organizzare l’omicidio. Il processo, con tutte le parti coinvolte, entrerà nel vivo solo in primavera, quando saranno ascoltati i testimoni e il trascritto avrà depositato la perizia sulle chat che incriminano gli imputati. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero