Olio di ricino e mazze chiodate, cartello shock a Viterbo sullo «spirito del 19». Il sindaco: «Cancellarle subito»

Il manifesto affisso da tempo sulla tangenziale a Viterbo
Mazze chiodate, manganelli e bottiglie di olio di ricino. In camicia nera, ognuno guarda il proprio vicino, anche con l'indice vicino alla bocca a intimargli il silenzio....

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Mazze chiodate, manganelli e bottiglie di olio di ricino. In camicia nera, ognuno guarda il proprio vicino, anche con l'indice vicino alla bocca a intimargli il silenzio. E' il manifesto che da mesi campeggia di fronte all'ingresso di un centro commerciale di Viterbo e che riporta allo «spirito del 19», alla nascita del fascismo, mentre in provincia un ragazzo di 24 anni è stato pestato a sangue solo per aver postato su Facebook una scritta ironica attribuita a Casapound. 


Nei giorni scorsi il sindaco di Viterbo, Leonardo Michelini, ha da incarico al personale di Viterbo Ambiente di rimuovere quelle scritte sulla pubblica via. E non solo quella. Ci sono anche insulti a Pertini e Togliatti, i «vermi partigiani». Viterbo si presenta così, su alcune delle principali strade della città. Appena mercoledì i comuni di Vallerano, Vignanello e Canepina con un manifesto condannavano l’aggressione a un 24enne, colpevole di condiviso una foto della pagina satirica Kotiomkin, di sfottò contro Casapound, attribuendo all’associazione politica la frase «chi mette il parmigiano sulla pasta al tonno non merita rispetto».

Ai comuni si unisce la federazione provinciale del Pd. «Siamo di fronte a un atto che condanniamo in tutta la sua brutalità, che purtroppo non è isolato e che non può passare inosservato alle istituzioni e ai cittadini tutti». Quindi la solidarietà al 24enne per una «violenza che puzza di vecchi metodi. Girare lo sguardo dall’altra parte, non riconoscere l’origine di tali atti, porta a far crescere nell’indifferenza questi gruppi, che devono essere isolati ed identificati».


Vecchi metodi, forse «lo spirito del 19» - anno di nascita del fascismo - come recita la scritta che da mesi è visibile di fronte all’ingresso del centro commerciale, con il simbolo del blocco studentesco, ritenuto vicino a Casapound. Qualcuno ha tentato di strapparlo, altri hanno scritto sopra col pennarello «no al fascismo». Da giorni c’è anche un’altra scritta: «Foibe ed esodo di italiani. Tito, Togliatti, Gobbo, Pertini, Viterbo non dimentica i nomi dei vermi partigiani». E' firmato Skinheads, sta sul semianello che porta il nome di Giorgio Almirante. Uno che comunque ha mostrato un certo rispetto per l’avversario politico. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero