Non hanno mai smesso di dire che la loro figlia ventenne era stata uccisa. E senza esitazione hanno puntato il dito contro il fidanzato geloso. Ora dalla parte dei genitori di...
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La ventenne, originaria della Calabria, è morta il 4 febbraio scorso dopo una caduta dalle scale. Era domenica notte: i due ragazzi avevano trascorso un weekend a Ronciglione nella casa dei nonni di lui. Qui lei sarebbe caduta procurandosi un trauma occipitale e frontale fatali. A niente è valso l'intervento neurochirurgico a cui fu sottoposta appena arrivata a Belcolle, molte ore dopo la tragedia. Secondo i consulenti della Procura, la giovane sarebbe caduta dall'alto in accelerazione, colpendo una superficie piana e liscia che le avrebbe procurato traumi profondi occipitale e frontale e una lesione lombare. La dinamica della caduta e i traumi riportati, per l'accusa sarebbero compatibili con l'omicidio volontario, non con l'incidente. «La Procura ha detto ancora Luccisano ha fatto un lavoro enorme. In due mesi e mezzo ha raccolto elementi di prova e raggiunto un convincimento chiaro. Così chiaro che dopo il rigetto del gip, in tre giorni ha deposito l'appello al Riesame potendo farlo anche in dieci. Significa che i magistrati sono assolutamente convinti degli indizi di reità». L'udienza al Riesame probabilmente si terrà a maggio. A oggi sulla morte della giovane restano i punti fermi fissati dai consulenti della Procura che hanno analizzato le ferite e che escludono una caduta con rotolamento. Parlando di accelerazione, mai di spinta. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero