Non si ferma al posto di blocco e investe carabiniere: la testimonianza in aula

Carabinieri
Si vedeva chiaramente che non voleva fermarsi. Accelerava e zigzagava tra le auto». A fine agosto dello scorso anno un trentenne di Grotte di Castro seminò il panico...

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Si vedeva chiaramente che non voleva fermarsi. Accelerava e zigzagava tra le auto». A fine agosto dello scorso anno un trentenne di Grotte di Castro seminò il panico nella piccola frazione viterbese. Nel tentativo di eludere un controllo non si fermò al posto di blocco e investì un carabiniere. 

L’uomo fu subito accusato di tentato omicidio, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato dei veicolo di servizio e detenzione, ai fini di spaccio, di sostanze stupefacenti. Al termine delle indagini però le accuse furono ridimensionate e quella, più grave, di tentato omicidio cadde del tutto. Ieri mattina davanti alla giudice Elisabetta Massini ha raccontato quei momenti concitati uno dei carabinieri in servizio. «Conoscevamo l’imputato - ha detto ancora - veniva spesso in caserma, doveva sempre presentare delle denunce. Anche quel giorno era passato e abbiamo deciso di seguirlo».

L’uomo alla guida della sua auto quel giorno non voleva essere né seguito né fermato. Non a caso quanto i militari gli intimarono l’alt avrebbe prima accennato a fermarsi per sottoporsi al controllo, poi, con manovra repentina, avrebbe ripreso la marcia verso un carabiniere posto davanti al mezzo. Non solo, quando i militari riuscirono a fermarlo lo trovarono con due involucri di cocaina in bocca, pronti per essere ingoiati.

Alla prossima udienza il trentenne dovrebbero sottoporsi all’esame imputato, per spiegare al giudice la sua versione dei fatti. Al termine il Tribunale deciderà se sottoporlo a una perizia psichiatrica con un esperto nominato dal giudice.

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Il Messaggero