Le sue fidanzate «picchiate e schiavizzate»: doppio processo per un giovane marocchino

Le sue fidanzate «picchiate e schiavizzate»: doppio processo per un giovane marocchino
Doppio processo per un trentenne marocchino che, a distanza di un anno, ha picchiato e trattato come schiave due fidanzate. Il...

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Doppio processo per un trentenne marocchino che, a distanza di un anno, ha picchiato e trattato come schiave due fidanzate.


Il ragazzo è imputato in due procedimenti giudiziari, iniziati ieri davanti al collegio del Tribunale. Nel primo, per il quale è detenuto in carcere, è accusato di rapina, violenza privata, violenza sessuale, stalking e lesioni. La vittima è una ragazza 22enne di Viterbo che, stremata dalle botte, a fine 2017 si è rivolta alla polizia. Il ragazzo nel corso della relazione si sarebbe mostrato spesso violento, avrebbe picchiato e ingiuriato più volte la ragazza, sputando in preda all'ira e alla gelosia, per manifestarle con disprezzo il proprio possesso. Terrorizzata e per non essere picchiata ancora più violentemente, la giovane sarebbe stata costretta ad assecondarlo nell'avere rapporti sessuali. Ieri mattina la giovane, assistita dall'avvocato Luigi Mancini, si è costituita parte civile.

Nel secondo procedimento il ragazzo, difeso dall'avvocato Giuliano Migliorati, è invece accusato di maltrattamenti, sequestro di persona e lesioni. La vittima la sua precedente ragazza, ventenne di Bassano Romano con cui ha avuto una relazione di due anni terminata nel 2016. «La denuncia venne sporta ha spiegato in aula il comandante dei carabinieri di Bassano dalla mamma, perché lei era ancora minorenne. In quell'occasione la fotografai perché aveva lividi su gran parte del corpo. Era stata percossa e nonostante questo non voleva che la madre denunciasse il ragazzo».


La ventenne in aula ha provato a minimizzare. «Litigavamo spesso e ci spintonavamo - ha detto -, tutti e due. Una sera non mi faceva uscire di casa, ha sbarrato la porta, mi ha dato degli schiaffi. Ma una volta sola. Io voglio ritirare la querela: quando sono andata dai carabinieri l'ho fatto perché lui non accettava la fine della storia e veniva a tutte le ore sotto casa e al lavoro e non mi sentivo libera». Le liti tra i due sono state raccontate anche dalla nonna della giovane. «Stavano sempre a urlare ha detto non erano fatti per stare insieme. Mi ha raccontato della notte che l'ha picchiata e che non la faceva uscire». I processi continueranno nel 2019, il giovane resta in carcere.
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Il Messaggero