"No alla geotermia, un pericolo per il territorio": deputati, sindaci e comitati contro i pozzi. Ecco tutti i progetti presentati nel Viterbese

L'assemblea di ieri a Ischia di Castro
“Geotermia, il Viterbese è sotto attacco”. Ne sono convinti i membri del comitato “Farnese – Ambiente salute e territorio”, ma anche i...

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“Geotermia, il Viterbese è sotto attacco”. Ne sono convinti i membri del comitato “Farnese – Ambiente salute e territorio”, ma anche i rappresentanti delle istituzioni che ieri sera erano ad Ischia di Castro per un’assemblea pubblica. Tutti d’accordo con la necessità di contrastare i progetti attualmente in discussione nella Tuscia Alessandro Mazzoli, parlamentare dem, la deputata Pd Alessandra Terrosi e il consigliere regionale Pd Enrico Panunzi, i sindaci di Farnese, Ischia, Latera, Cellere, Rinciglione, Valentano, Acquapendente e Pitigliano.


Come ha rivelato Mazzoli, al 30 aprile 2016 nella provincia erano state presentate 13 istanze di permesso di ricerca, 4 permessi di ricerca, una concessione di coltivazione, una istanza di permesso per la sperimentazione di un impianto pilota. In passato diversi i tentativi fatti: Torre Alfina dal ‘73 al ‘77 e poi nel 1987; Latera dal ‘79 all’85; i Monti Cimini nel 1971 e nel 1973. Nessuno ha avuto un esito, tranne quello di Latera con la centrale chiusa dopo pochi giorni e rimasta un ecomostro.

Diversi attualmente i progetti nel pieno della discussione per essere autorizzati: quelli della piana del Diavolo tra Ischia e Farnese, la centrale di Latera che Enel Green Power vorrebbe rispolverare; pozzi esplorativi intorno al lago di Vico, il progetto di Torre Alfina. Due, invece, le richieste che il consigliere Panunzi ha annunciato essere appena state bocciate dalla Regione: una che riguardava Oriolo Romano e i comuni introno al lago di Bracciano, un'altra che coinvolgeva Vejano, Bassano Romano e Blera.

“Non ci sono le condizioni fondamentali per realizzare un’iniziativa di questo tipo. Fermo restando il no forte e chiaro delle popolazioni locali, mancano le basi per un’iniziativa imprenditoriale in grado di sviluppare i risultati promessi in termini economici e di sviluppo. Tanto più che spesso i soggetti che propongono non hanno la credibilità e la forza di mettere in campo un progetto adeguato, capace di coinvolgere i territori e i cittadini”, ha ribadito Mazzoli.


Sul rischio dell’induzione sismica si è concentrata anche la parlamentare Terrosi. Da non dimenticare, poi, il pericolo per le acque: “La Regione ha già speso 50 milioni di euro per l’emergenza arsenico. Questi pozzi – ha detto Panunzi - possono riportare il metallo in superficie perché vanno molto in profondità”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero