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C’è posta per i ministri della Difesa e delle Infrastrutture e trasporti. E stavolta la missiva arriva in volo, per dire che «la costituenda Scuola elicotteri interforze è incompatibile con il futuro scalo aeroportuale civile» nella città dei Papi. Mittente: Giovanni Bartoletti, responsabile del comitato per l’aeroporto.
L’idea di trasferire il reparto da Frosinone a Viterbo è inaccettabile, in quanto «metterebbe la parola fine al progetto dello scalo aeroportuale - scrive Bartoletti - oltre a penalizzare i circa 600 militari e 100 civili stabilizzati in Ciociaria, che sarebbero costretti a gravosi trasferimenti». Il tutto è esplicitato in maniera articolata in un allegato di 11 pagine, in cui viene ripercorsa la storia ormai più che decennale del sogno di avere un aeroporto nel capoluogo, insieme ai rilievi tecnici per cui quel trasferimento non s’ha da fare.
«Delocalizzando nella Tuscia il 72° Stormo di Frosinone - spiega - anche l’attività volativa dell’Aves sarebbe fortemente pregiudicata.
La storia, secondo Bartoletti, è già stata scritta dai suoi interlocutori, ai quali ricorda che «già dal 2007 il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti aveva stabilito, sentiti anche i vertici della Difesa, che a Viterbo dovesse essere realizzato il terzo scalo aeroportuale del Lazio destinato ad ospitare, a regime, ben 10/12 milioni di passeggeri e la cui realizzazione e gestione era affidata alla società Aeroporti di Roma». Adesso però c’è un cambio di rotta, che rischia di far saltare tutto. «Tale designazione rischia di essere vanificata dalla realizzazione a Viterbo della Scuola elicotteri interforze, inquadrata nell’ambito del Comando Scuole dell’Aeronautica militare. Una scuola di volo basico per velivoli ad ala rotante, difatti, non può convivere, per ovvie ragioni, con un aeroporto civile destinato ad accogliere i crescenti volumi di traffico». Insomma, detto senza troppi voli pindarici, «l’apertura della Scuola comporterebbe enormi problemi per la pianificazione aeroportuale civile del nostro Paese».
Anni di lavoro e risorse con questa inversione andrebbero sprecati, da qui la richiesta «di prendere in considerazione la possibilità di valutare, tra le istituzioni in indirizzo - spiega il responsabile del comitato per l’aeroporto - gli interessi in gioco al fine di attuare le strategie più opportune per il Paese». Infine, la richiesta di «un incontro diretto - conclude Bartoletti - al fine di meglio argomentare i motivi a sostegno di quanto sopra evidenziato».
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