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Nuovo parcheggio alla necropoli etrusca di Monterozzi e rotatoria in via Ripagretta, arriva lo stop della Soprintendenza. E così, dopo la polemica tra il sindaco Alessandro Giulivi e la soprintendente Margherita Eichberg, finita con l’annuncio di denunce reciproche, tra Comune di Tarquinia e Soprintendenza si apre subito un nuovo fronte di scontro.
IL FINANZIAMENTO
I lavori, l’apertura dei quali era stata fissata dall’amministrazione comunale tra dicembre e gennaio scorsi, per ora non sembrano dunque destinati a partire. Presentato lo scorso settembre, il piano prevede un investimento di importo considerevole, 450mila euro già stanziati, di cui 145mila di fondi comunali ed il resto messi a disposizione dalla Regione Lazio, all’interno di un progetto di più ampio respiro, finalizzato al rilancio del Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia attraverso il potenziamento dei servizi «e il recupero e la valorizzazione di itinerari tematici innovativi grazie alla creazione di nuovi percorsi di visita».
IL PROGETTO
Il primo troncone, quello bloccato appunto dalla Soprintendenza, riguarda la creazione di un nuovo assetto alla viabilità insieme alla realizzazione di un’area di sosta efficiente a ridosso e a servizio della necropoli.
I SERVIZI
La rotatoria, poi, «darà accesso alla nuova area di sosta, strutturata e definitiva - continua la nota dell’amministrazione - creata dove oggi è collocata quella temporanea (inaugurata un anno e mezzo fa ed attualmente in terra battuta, ndc) e che consterà, al termine dei lavori, di 114 posti per autoveicoli, 17 per motoveicoli e sarà fornita di due punti di ricarica elettrica». Per le sue peculiarità archeologiche, la necropoli di Monterozzi costituisce uno dei complessi più straordinari dell’intera area mediterranea, in virtù della presenza di centinaia di tombe dipinte. A queste, si aggiungono i pregi dal punto di vista paesaggistico dell’area di intervento (patrimonio Unesco e sottoposta a vincolo di tutela).
IL PRECEDENTE
Tutto questo aveva spinto l’amministrazione a precise scelte strategiche. Ovvero ad utilizzare «soluzioni non invasive, tali da garantire la massima mitigazione degli impatti ambientali. Scelte che saranno attuate grazie ad un’opportuna selezione di materiali e finiture sostenibili a basso impatto, all’alternanza tra superfici a prato e aree di parcheggio con l’inserimento di spazi verdi ed aiuole, nonché limitando massimamente le opere di modellazione del terreno». E, si legge ancora: «Anche la scelta del sistema di illuminazione è ricaduta, per i medesimi motivi, su tipologie ad alimentazione solare, che eviteranno operazioni di scavo». Non è il primo no che viene messo sui progetti del Comune. Proprio in questi ultimi giorni il taglio di 65 pini al Lido, in viale Mediterraneo, aveva innescato un acceso scontro tra il sindaco Giulivi e la soprintendente Eichberg. In quel caso il primo è andato comunque avanti, in questo comunque tutte le buone intenzioni non devono aver soddisfatto la Soprintendenza. La quale, a quanto pare, vuole escludere anche la più piccola possibilità di danni al patrimonio artistico. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero