Necropoli etrusca di Vulci, scoperte due mani in lamina di oro e argento

La coppia di mani recuperata a Vulci
VITERBO - Una coppia di mani in lamina d'argento. E' il reperto emerso dagli scavi della Soprintendenza, che hanno portato alla luce l'unico esemplare di una riproduzione tipica...

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VITERBO - Una coppia di mani in lamina d'argento. E' il reperto emerso dagli scavi della Soprintendenza, che hanno portato alla luce l'unico esemplare di una riproduzione tipica di Vulci (Montalto di Castro).







L'importantissimo reperto archeologico è stato scoperto durante gli scavi alla necropoli etrusca dell'Osteria. Si tratta di una coppia di mani in lamina d'argento di grande raffinatezza: le unghie sono evidenziate da sottili lamine d’oro, mentre altri particolari farebbero pensare a ulteriori elementi decorativi, sempre in oro.



E' l’unico esemplare in argento di una produzione in bronzo tipica di Vulci. Questi oggetti appartenevano con molta probabilità a simulacri che, rispondendo all’esigenza di ricostituzione del corpo del defunto dopo la morte, venivano posti nella sepoltura insieme ad altri elementi del corredo funebre.



Gli scavi sono condotti dalla Soprintendenza per i beni archeologici dell'Etruria meridionale, dirette da Alfonsina Russo e coordinate dai funzionari Patrizia Petitti e Simona Carosi, in collaborazione con Carlo Casi, direttore della Mastarna, la società che gestisce il parco di Vulci.



Il ritrovamento sarà oggetto di un dibattito, previsto per oggi, durante il convegno “Etruria in progress" presso la Sala della Fortuna nella sede del Museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, a Roma. "Le giornate di studio, organizzate dalla Soprintendenza, sono alla prima edizione e vogliono rappresentare una occasione per esporre i risultati delle attività di ricerca e tutela svolti nel territorio".
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Il Messaggero