«Nadia aveva compiuto 16 anni il 18 giugno, abbiamo fatto una festa bellissima. L’altro giorno aveva fatto la carne alla brace perché era la festa della sua...
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A strapparle la vita sono state una serie di coincidenze sfortunatissime. A partire da quella ruota bucata, che le aveva costrette a fermarsi e a chiamare aiuto, prima che il furgone si schiantasse su di lei. L’uomo alla guida del mezzo ora è indagato per omicidio stradale. Il magistrato ha disposto l’autopsia sul corpo di Nadia, che verrà effettuata oggi a Roma. Motivo per cui la data del funerale non è stata ancora fissata. «Faremo comunque una cerimonia mista, perché lei era musulmana. Non sappiamo ancora – dice la madre – se in una chiesa o in una moschea». Francesca oggi è presidente dell’Arlaf. E proprio all’Arlaf si era rivolta per l’affido di Nadia. «In famiglia eravamo mio marito Giuseppe e mio figlio naturale, Lorenzo. A un certo punto – dice - abbiamo deciso di aprirci all’affidamento, rivolgendoci all’Arlaf. Era circa il 2010, Nadia era in Italia con il fratellino, Fadel, affidato anche lui a noi dopo la morte del padre naturale. Lei aveva 9 anni, lui 8 mesi. L’affidamento è sempre stato dal lunedì al sabato, il fine settimana lo passava con i genitori naturali».
La ragazza, originaria del Burkina Faso, ha frequentato la quarta elementare a Bassano Romano, dalla quinta fino alle medie è andata a scuola a Oriolo Romano. Quest’anno frequentava la seconda liceo linguistico a Bracciano. Nel frattempo i genitori naturali hanno vissuto a Bassano Romano prima e a Capranica poi. «E sono stati sempre presenti. Nadia? Era perfetta – continua la madre - ma non cercava la perfezione. Era gioia e vitalità, benvoluta in ogni ambiente che frequentava, dalla pallavolo all’Arlaf. Non aveva inquietudini, non temeva il giudizio né il pregiudizio. E non ne aveva. Era come se dicesse: io sono qui, per chi vuole». Cosa le piaceva? «La musica, la pallavolo. Ballava, anche a tavola, con Lorenzo giocava a pingpong. E amava cucinare. Da grande avrebbe voluto fare la pediatra: non c’è foto con presenza di bambini che non fossero insieme a lei. Li attirava, era una calamita, anche per la sua dolcezza».
Aveva ancora anche due fratelli in Africa, Rashid e Omar. «La madre naturale è distrutta, è molto simile a Nadia». Per i funerali bisogna aspettare che oggi venga effettuata l’autopsia. «Sarà una cerimonia mista, cattolica e musulmana. Un rito in comunione tra due religioni. Non sappiamo ancora – spiega ancora Matta - se in una chiesa o se in una moschea».
La Volley Oriolo ha deciso che la maglia numero 14 verrà ritirata. «Nadia – racconta l’allenatore della squadra, Fabio Garofalo – era una ragazza solare, sempre sorridente. La pallavolo era la sua passione più grande, si allenava quattro o cinque volte a settimana». Aveva iniziato a giocare da piccolissima, sempre in questo team. Partecipava già al campionato under 20 di seconda divisione. «Per l’età che aveva era una giocatrice molto brava, dimostrava 20 anni di esperienza: un livello tecnico e fisico molto alto. Il presidente aveva già manifestato l'intenzione di ritirare la maglia numero 14. Il prossimo anno, quando faremo quelle nuove, la consegneremo ai genitori. Poi intitoleremo un torneo a suo nome». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero