Movida, dai locali segnali di vita: «Respiriamo, ma via il coprifuoco»

Movida, dai locali segnali di vita: «Respiriamo, ma via il coprifuoco»
Aperitivo dalle 17 e prenotazione obbligatoria, con il divieto di asporto dalle 18 poi per chi non trova un tavolo disponibile l’unica possibilità è quella di...

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Aperitivo dalle 17 e prenotazione obbligatoria, con il divieto di asporto dalle 18 poi per chi non trova un tavolo disponibile l’unica possibilità è quella di aspettare con una buona dose di pazienza. Le nuove regole ridisegnano ma non fermano la movida. «Solo la pioggia ci riesce, ma contro quella possiamo fare poco», spiega Luana Urbinati del Due Righe Book bar di piazza San Carluccio. Una maledizione che ha condizionato le prime due settimane di riapertura riducendo il numero dei giorni utili per tornare ad assaggiare gocce di normalità.

«Per il resto cerchiamo di non lamentarci troppo – continua Urbinati -, la ripresa c’è e questo ci permette di guardare ai prossimi mesi con un po’ più fiducia».

La data che i locali tengono d’occhio è quella del 14 maggio, quando è attesa una nuova valutazione del Comitato Tecnico Scientifico sull’andamento dei contagi e potrebbe aprirsi una finestra per un allentamento delle restrizioni, se non per il distanziamento (rimasto in piedi dall’inizio della pandemia) almeno per il coprifuoco che potrebbe subire uno slittamento iniziale di un’ora. «Prima avremo la possibilità allungare l’orario e prima le aziende riusciranno ad ammortizzare i costi delle chiusure – continua Urbinati -. Noi stiamo facendo la nostra parte, mettiamo il massimo impegno nel far rispettare le regole a cominciare dalle mascherine a dal numero di persone al tavolo».

Regole traballanti nei momenti di punta, per ottenere il rispetto delle quali alcuni locali hanno scelto di dotarsi di un servizio di controllo privato: più sicurezza al prezzo di un aumento dei capitolati di spesa.

«Quello che ci blocca è l’incertezza – spiega Filippo Palumbo del Winter Garden di piazza della morte -. Il movimento si sta creando, ma così non riusciamo a programmare nulla. Abbiamo bisogno di date più o meno certe. Così non possiamo neppure ipotizzare di aggiungere personale perché non sappiamo quando e come potremo lavorare. Quanto al servizio solo all’esterno, la stagione dovrebbe iniziare ad assisterci, ma non possiamo pensare di guardare ogni mattina il cielo per capire cosa dobbiamo fare».

Nel quartiere medievale i bar si stanno attrezzando anche con aperture straordinarie, come nel caso del 77, cocktail bar di via San Pellegrino. «L’idea è quella di iniziare a offrire un servizio diurno nel fine settimana – spiega il titolare Manfredi Samperi -. Proviamo a sfruttare la ripresa turistica. Cerchiamo cioè di adattarci a una situazione mutata che, di fatto, ha stravolto la nostra, e non solo la nostra, idea di locale». Soluzioni tampone in attesa di una piena ripresa, per la quale si aspetta un segnale dal governo.

«Per chi, come noi, ha uno spazio esterno limitato la situazione resta difficile – conclude Samperi -. Pochi tavoli disponibili significa anche incassi bassi, dopo un fermo che va avanti da ottobre i problemi si iniziano a sentire. Speriamo che entro fine mese ci sia data la possibilità di lavorare anche all’interno, altrimenti diventa molto dura».

 

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Il Messaggero