Morti sul lavoro, i sindacati dal prefetto: "Più investimenti nella prevenzione"

I sindacati col sindaco Arena sotto la Prefettura
La formazione sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro come un diritto universale ed esigibili. Materie da inserire nei programmi scolastici, almeno nelle scuole secondarie...

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La formazione sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro come un diritto universale ed esigibili. Materie da inserire nei programmi scolastici, almeno nelle scuole secondarie di secondo grado, per gettare il seme di una cultura che smetta di risparmiare sulla pelle dei lavoratori. Ma non solo: migliorare le ispezioni in quantità, qualità e frequenza tramite lo sviluppo di tutti i servizi di prevenzione attraverso l’assunzione di personale e investimenti ad hoc. Sono alcune delle proposte che Cgil, Cisl e Uil hanno consegnato ieri al prefetto Giovanni Bruno.

I segretari Stefani Pomante, Fortunato Mannino e Giancarlo Turchetti, insieme ai rappresentanti delle categorie, hanno promosso un presidio sotto il palazzo del Governo nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione contro le morti bianche organizzare dai sindacati nazionali in tutto il Paese. Dopo la manifestazione, alla quale ha preso parte anche il sindaco Giovanni Arena, i rappresentanti sindacali hanno incontrato il prefetto per consegnargli il piano d’azione contro le stragi e gli infortuni sul posto di lavoro.

“Con soddisfazione – commenta il segretario della Cisl, Mannino – abbiamo salutato la partecipazione del primo cittadino del capoluogo. Con lo stesso spirito abbiamo ascoltato le parole del prefetto che, dopo aver raccolto le nostre istanze, si è impegnato a un continuo monitoraggio sul territorio per prevenire e contrastare il fenomeno”. La situazione nel Viterbese, del resto, merita attenzione: tre morti dall’inizio dell’anno e 53 infortuni in più nel primo trimestre del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020. Numeri che dimostrano come durante la pandemia in molti settori si sia risparmiato sulla sicurezza a scapito dei lavoratori.

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Il Messaggero