Monterosi, la rivoluzione gentile di D'Antoni: sette cambi, una lezione e Polidori sente aria di gol

Monterosi, la rivoluzione gentile di D'Antoni: sette cambi, una lezione e Polidori sente aria di gol
La rivoluzione gentile non è soltanto uno dei tanti titoli degli innumerevoli libri e manuali di psicologia che si possono trovare sugli scaffali delle librerie, ma anche...

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La rivoluzione gentile non è soltanto uno dei tanti titoli degli innumerevoli libri e manuali di psicologia che si possono trovare sugli scaffali delle librerie, ma anche una teoria che può essere applicata benissimo al calcio. Un’applicazione che domenica scorsa, il tecnico del Monterosi Tuscia David D’Antoni, ha messo in atto nella trasferta di Potenza. Nella gara pareggiata in terra lucana infatti, il tecnico del Monterosi ha cambiato ben sette elementi rispetto alla partita persa sette giorni prima contro il Campobasso. Una rivoluzione gentile per l’appunto che non ha come scopo quello di mandare un messaggio intimidatorio alla squadra, ma piuttosto – secondo D’Antoni – quello di stimolare tutti a dare qualcosa in più.

L’esempio emblematico di Potenza è quello del difensore centrale Emmanuel Mbende: l’ex Viterbese è stato il fiore all’occhiello della campagna acquisti estiva del Monterosi ma, il suo inizio di stagione, è stato complicato. Contro il Campobasso, D’Antoni, lo tira fuori dopo appena mezz’ora; lui si arrabbia e si confronta con l’allenatore che domenica scorsa decide di lasciarlo in panchina preferendogli Angelo Tartaglia. Quest’ultimo però dopo sedici minuti di gioco si infortuna e al suo posto viene inserito proprio Mbende che, a tre minuti dalla fine, segna il gol del vantaggio biancorosso. Il Potenza poi, arriverà al pari ma il segnale è chiaro: tutti devono dare e fare di più, perché l’occasione ci sarà per chiunque.

«Ho sempre detto che per me non esistono titolari e riserve – spiega D’Antoni – domenica scorsa ho cambiato molto per dare una scossa, ma anche perché avevo visto meglio alcuni calciatori arrivati in ritardo dal mercato. Quello che conta è la testa: io non mi arrabbio per un passaggio sbagliato, ma quando vedo poca concentrazione mi innervosisco». Poi il tecnico torna sul confronto con Mbende. «Nessun caso, anzi: Emmanuel è un giocatore molto importante per noi. Contro il Campobasso, sotto di tre gol, ho dovuto cambiare ma domenica lui è stato uno dei migliori».

Ora il mirino si sposta sulla gara interna di domenica contro il Palermo: il recupero di Alessandro Polidori è un ulteriore tassello verso la crescita. Con la maglia della Viterbese, ai tempi di Piero Camilli, Polidori ha segnato ben otto gol alle formazioni siciliane. La camicetta è diversa, ma a Monterosi si preparano ad esultare.

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Il Messaggero