Monterazzano, nel silenzio del Comune arriva pure il biodigestore

Monterazzano, nel silenzio del Comune arriva pure il biodigestore
I progetti per la realizzazione a Viterbo di nuovi impianti per i rifiuti procedono spediti, ma nonostante le rassicurazioni fornite anche di recente dalla sindaca...

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I progetti per la realizzazione a Viterbo di nuovi impianti per i rifiuti procedono spediti, ma nonostante le rassicurazioni fornite anche di recente dalla sindaca sull’impegno dell’amministrazione, le notizie che arrivano sono poche e contraddittorie.

Sull’ampliamento della discarica di Monterazzano (+960mila metri cubi) Frontini ha spiegato che il Comune presenterà osservazioni quando sarà convocata la conferenza dei servizi, anche se i termini dati dalla Regione sono già scaduti. Ma quello non è l’unico iter in corso. Altri sono in stato più avanzato. Ad esempio, anche se finora se ne è parlato poco, c’è un’altra istanza sempre di Ecologia Viterbo per la realizzazione non lontano dalla discarica di un biodigestore per la produzione di biometano dalla raccolta differenziata dell’organico. La prima riunione della conferenza dei servizi in questo caso si è svolta la scorsa settimana, il 19 ottobre (convocazione del 29 settembre), qualche giorno prima del breve dibattito in consiglio sui rifiuti in apertura della seduta dedicata al termalismo. Anche in questo caso però nessuna comunicazione da parte della sindaca all’aula.

Insomma, al di là di alcune risposte alle interrogazioni della minoranza sulla richiesta di ampliamento della discarica (palazzo dei Priori come rivelato nei giorni scorsi dal Messaggero era stato informato ad agosto), non risultano al momento ulteriori informazioni sull’avanzamento delle altre istanze e in questi casi sulla eventuale presentazione da parte del Comune di osservazioni in conferenza dei servizi, dove è stata già convocata.

Ovviamente il sindaco, chiunque sia, non è obbligato a dare aggiornamenti su questi procedimento. E neanche a presentare osservazioni, se non ci sono ragioni che lo richiedono. Ma tutti ricordano la dura battaglia condotta dall'allora capogruppo di Viterbo 2020 contro progetti simili, come un anno fa sul biodigestore all’Acquarossa. Addirittura ci fu un consiglio con la partecipazione della società proponente. Frontini all'epoca sollevava dubbi basati sui dati del piano regionale rifiuti. “Se il fabbisogno dell’Ato di Viterbo è di 37.489 tonnellate l’anno per il trattamento dell’organico e attualmente noi abbiamo già 132mila tonnellate autorizzate, un altro impianto da circa 38mila tonnellate può servire soltanto nel caso in cui si continua a pensare che questo territorio diventi luogo di trattamento di tutto l’organico del centro Italia o quanto meno della Regione”.

Chiedeva che fosse assunto anche il parere della polizia municipale sull’incidentalità della strada Teverina, valore che rischiava di aumentare con il viavai dei camion per il biodigestore. Considerazione che si potrebbero estendere in base a questo ragionamento anche alla Tuscanese. Frontini poi incalzava il sindaco Arena: “serve chiarezza”, “queste preoccupazioni devono essere messe al tavolo, in atti”. Quesiti legittimi. Che però, allora come oggi, non figurano al momento nei documenti della conferenza dei servizi. Significa che sono punti sui quali la sindaca ha già ottenuto risposte? Oppure che il Comune li affronterà nella prossima seduta della conferenza dei servizi, la seconda, quando però mancherà più poco alla convocazione della terza e ultima seduta e quindi alla possibile autorizzazione del biodigestore?

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Il Messaggero