​Droga, musica rap e spedizioni punitive, così la "gang" faceva breccia tra i più giovani

Droga, musica rap e spedizioni punitive. Avevano scelto come base operativa per gli scambi di droga i “giardinetti” di Montefiascone. E da qui diramano ordini, si...

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Droga, musica rap e spedizioni punitive. Avevano scelto come base operativa per gli scambi di droga i “giardinetti” di Montefiascone. E da qui diramano ordini, si sballavano con la cocaina e si inforveravano con la musica rap. I carabinieri del Nucleo operativo, al termine di una lunga indagine, hanno portato alla luce una piccola consorteria di giovanissimi dedita allo spaccio e alla violenza.

Tre le misure cautelari emesse (due ai domiciliari e un obbligo di dimora) e 4 al momento gli indagati. Si tratta di ragazzi dai 19 ai 23 anni che grazie alla disponibilità di droga e soldi facevano breccia tra minorenni del posto. A capo di questa consorteria c’era il 23enne Nico Venanzi, fino ai domiciliari con braccialetto elettronico. Nico Venanzi già noto alle forze dell’ordine per diversi episodi di spaccio e per aver “sfidato” il sistema andando a protestare sotto il carcere di Viterbo mentre era in misura di sorveglianza. Quella sera intonò una canzone rap contro il 41 bis e poi montò tutta la scena per farne un video da diffondere sui social.

«E’ stata provata - spiegano i carabinieri della compagnia di Montefiascone - l’esistenza di una sorta di una piccola consorteria locale, che simulava le modalità delle più strutturate “baby gang” in ambito metropolitano, talvolta con il coinvolgimento di minori. Le condotte poste in essere dal gruppo si sono rivelate assolutamente devianti in reati in materia di stupefacenti, nonché di violenza. Giovani che in diverse circostanze non hanno avuto remore a compiere “spedizioni punitive” nei confronti di coloro che si sono ribellati alla logica del gruppo». 

L’indagine, che ha avuto come epicentro proprio i giardinetti di Montefiascone, è stata portata avanti attraverso servizi di osservazione, installazione di telecamere, attività tecnica e documentale, delineavano una fitta rete di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, eroina e hashish, anche nei confronti di minorenni. Oltre cento le cessioni documentate, corrispondenti a 19 capi di imputazione. 19 scambi di soldi e droga in cui sono spesso protagonisti ragazzini non ancora maggiorenni. Durante l’ultimo blitz sono stati sequestrati hashish, marijuana e 850 euro in banconote. Documentati anche i viaggi a Roma e Perugia, luoghi dove i membri “anziani" del gruppo facevano rifornimento, poi messo in vendita e consumato ai giardinetti comunali e nelle abitazioni monitorate dagli investigatori.

«La “gang” - spiegano i militari - aveva messo in atto una vera e propria azione di stimolo all’uso di stupefacenti verso i più giovani, in particolare attraverso una costante frenetica propaganda attraverso storie instagram». L’indagine non sarebbe ancora conclusa, gli investigatori stanno ancora lavorando e non si esclude che possano essere iscritti sul registro degli indagati anche altri nomi.

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Il Messaggero