Ponte della Badia di Vulci: conclusa la terza fase di restauro, ma il cantiere non si ferma

Ponte della Badia di Vulci: conclusa la terza fase di restauro, ma il cantiere non si ferma
Sono terminati i lavori della terza fase di restauro del ponte della Badia di Vulci, il monumento che sovrasta il fiume Fiora tra i territori di Montalto di Castro e Canino...

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Sono terminati i lavori della terza fase di restauro del ponte della Badia di Vulci, il monumento che sovrasta il fiume Fiora tra i territori di Montalto di Castro e Canino (Viterbo). Si tratta dell’ultimo intervento che ha visto il consolidamento dell’arcata sinistra del monumento dell’antica struttura etrusca-romana, danneggiata dalle alluvioni del 2012 e del 2014.

Il cantiere, però, non si ferma. La Soprintendenza ha comunicato che sono in programma i lavori di restauro e consolidamento anche alla piccola struttura adiacente al Ponte, la “Osteria di Annibal Caro”, che diventerà un nuovo presidio del parco naturalistico archeologico di Vulci.

Inoltre, già durante la III fase dei lavori, sono state effettuate approfondite analisi geognostiche sui materiali e sulla struttura del ponte, eseguite dall’Università degli Studi di Pavia, che saranno propedeutiche sia ad una più approfondita conoscenza del monumento, che alla progettazione di un complesso sistema di monitoraggio dello stesso.

Un finanziamento ministeriale ha permesso di intervenire sul monumento per il consolidamento e il restauro di tutta la struttura, consentendo, al termine dei lavori, di riconsegnare alla comunità un elemento del paesaggio vulcente di grande rappresentatività e un’opera antica che è un simbolo del patrimonio culturale italiano e internazionale. La prima fase dei lavori ha interessato la spalla sulla riva destra e parte della pila principale, maggiormente danneggiata dalle piene che hanno causato lo scalzo di numerosi blocchi della parte basamentale; la seconda fase ha riguardato l’arcata centrale, mentre la terza ha completato la parte sinistra, compreso l’ambiente dell’ex-mulino.

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Il Messaggero