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«Ho scritto io quella lettera, ero deluso». Il 67enne finito sul registro del indagati per aver inviato una missiva minatoria alla sindaca Chiara Frontini ha ammesso ogni colpa. Davanti agli investigatori della Digos, che hanno bussato a casa sua dopo una velocissima indagine, ha mostrato anche il computer con cui, a inizio febbraio, aveva scritto la lettera. L’uomo, romano ma residente a Viterbo, era un assiduo frequentatore delle pozze del Bagnaccio, rimasto scottato per la chiusura e non riapertura delle sue terme preferite.
Nei giorni scorsi a via Ascenzi è stata recapitata una lettera anonima indirizzata alla prima cittadina. All’interno una serie di insulti e minacce indirizzate alla sindaca e alla giunta. Il motivo sono proprie le terme del Bagnaccio: «Il 90% delle persone che lo frequentavano andava per curarsi in modo sostenibile , ma voi prediligete gli amici vostri ricchi e altrettanto bastardi».
La difesa dell’area termale, la cui chiusura a dire dell’ignoto autore aveva impedito al 90% degli utenti di curarsi in modo sostenibile, ha portato gli investigatori ad orientare le indagini proprio sui frequentatori del sito». Attraverso la raccolta di una serie di indizi lasciati sul web, anche mediante la pubblicazione di precedenti comunicati dai contenuti simili, l’attenzione degli inquirenti si è concentrata proprio su un frequentatore abituale dell’area la cui posizione è stata immediatamente segnalata alla Procura di Viterbo. Il 67enne infatti non si era limitato solo a scrivere alla sindaca ma aveva anche inviato diverse lettere e aveva fatto una vera e propria campagna mediatica sui social.
La Digos ottenute diverse corrispondenze ha chiesto alla Procura di poter effettuare una perquisizione domiciliare. A casa dell’indagato sono stati sequestrati diversi supporti informatici, tra cui il pc con cui ha scritto la lettera arrivata in Comune solo pochi giorni fa. «L’uomo, messo di fronte all’evidenza dei fatti - conclude la Questura - ha ammesso di essere l’autore della missiva che aveva scritto in un moto d’impeto utilizzando il suo computer presente nell’abitazione». Un moto d’impeto che ora gli costa una pesante denuncia per minaccia aggravata a corpo politico. Soddisfatta della rapida conclusione della vicenda la sindaca Chiara Frontini che ieri ha ringraziato, con un commento sulla pagina Facebook della Questura, gli agenti della Digos: «Siete stati professionali, tempestivi e umani. Grazie del lavoro che svolgete con competenza e passione ogni giorno».
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