Migranti, oltre 100 arrivi in due giorni: attivata struttura in centro a Viterbo

Migranti, oltre 100 arrivi in due giorni: attivata struttura in centro a Viterbo
Via Emilio Bianchi, attivato il Cas (centro di accoglienza straordinaria). La struttura nel centro di Viterbo ospita da ieri mattina i primi 17 migranti provenienti dalla Nigeria,...

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Via Emilio Bianchi, attivato il Cas (centro di accoglienza straordinaria). La struttura nel centro di Viterbo ospita da ieri mattina i primi 17 migranti provenienti dalla Nigeria, 15 donne di cui due incinta e due bimbi. Altri 19 sono arrivati nel pomeriggio: 14 donne e 5 minori (inizialmente era destinate qui altre tre straniere, poi dirottate su una diversa struttura). Oltre a questo centro, negli ultimi due giorni la Prefettura ne ha attivati altri due, a Onano e a Fabrica di Roma. Assegnazioni che hanno fatto di nuovo superare quota 900 in tutta la provincia: giovedì ne sono arrivati 20, altri 80 tra venerdì e ieri.


La sola ipotesi che in via Emilio Bianchi fosse attivato un centro di accoglienza aveva sollevato nelle scorse settimane polemiche e preoccupazioni. In poche decine di metri, lungo la strada sorgono la scuola dell'infanzia, la primaria e la secondaria di primo grado Tecchi che fanno capo all’istituto comprensivo Carmine, insieme all'asilo nido aziendale dell'Università della Tuscia. Ora il centro è realtà, ospita già 36 persone, donne con figli al seguito, per una capienza massima di 45 posti. “A fronte di 80 arrivi in 48 ore – spiega Salvatore Grillo, il vice prefetto vicario – abbiamo fatto i salti mortali per dare ospitalità impattando il meno possibile sui territori. Abbiamo scelto per via Emilio Bianchi donne con figli in modo che non creino apprensione particolare rispetto alla percezione dei cittadini”.

Il Cas di via Emilio Bianchi nasce da una delle tre manifestazioni d’interesse sinora lanciate dalla Prefettura e a cui un privato ha partecipato, candidando quell’immobile. Soggetto che ha stretto una collaborazione con la Fondazione Caffeina per gestire i servizi per l’integrazione collegati all’ospitalità dei richiedenti asilo. “Il privato – spiega il presidente Andrea Baffo – non aveva i requisiti per poter partecipare al bando garantendo prestazioni quali l’assistenza linguistica e culturale, l’informazione sulla normativa concernente l'immigrazione, i diritti e doveri e condizioni dello straniero, il sostegno socio-psicologico”.


Come prevede lo Statuto, la Fondazione già lo scorso anno si è attivata in questo ambito, con il progetto di peace-keeping denominato Syriaza, grazie al quale ha ospitato 32 siriani per 18 giorni a Viterbo. “Il privato ci ha contattati chiedendo il nostro supporto. Dopo una lunga riflessione per capire se fossimo all’altezza di un simile e delicato compito, abbiamo deciso – conclude Baffo - di accettare la sfida, offrendo quei servizi grazie a professionisti specializzati che garantiranno prestazioni superiori agli standard minimi previsti dal bando stesso. Caffeina non è più solo il festival e come Fondazione abbiamo deciso di poter operare anche sull’integrazione”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero