«Mi vuoi sposare?». Okay, detta così appare un po’ banale. Ma con rullo di tamburi, trombe che squillano e vestiti per la sfilata del 3 settembre sul...
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Gianluca e Caterina si sono conosciuti proprio frequentando il gruppo. Lei suona il tamburo, lui la chiarina. Ci si incontra ogni anno ai piedi della salita di Santa Rosa per poi partire verso San Sisto per la sfilata. Ore 18, ecco la proposta di matrimonio, tra gente armata di telefonini e applausi dalle finestre. Reazione? «Caterina – dice Gianluca - ci ha messo un po’ a realizzare. Prima le ho chiesto di tenermi la chiarina, poi mi sono inginocchiato. Però lo facciamo spesso perché magari si slaccia uno stivale, così si è accorta solo quando ho tirato fuori l’anello».
Intorno il suono di tamburi e trombe, ma anche il boato dei presenti. Compresi i colleghi: tutti ignari di tutto. Lei? «Ha sgranato gli occhi, non ha detto una parola: il sì è arrivato con un cenno della testa. Penso che non abbia respirato per un quarto d’ora, mi guardava come per dire: ma cosa stai facendo?». Alla fine si è messa a piangere dall’emozione. Poi però c’era da salire a San Sisto per la sfilata, perché «ci teniamo a onorare con il gruppo la festa di Santa Rosa, siamo tutti amici». E lei ci ha messo lo zampino. «Per un viterbese che la vive come noi è qualcosa di unico e speciale». Quando Caterina ha ritrovato la parola, ecco cosa ha detto al promesso sposo: «Ma me lo chiedi così, in mezzo alla gente?». La risposta? «A me non importa della gente, importa di te». Applausi. E auguri. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero