Maurizi, poliziotto col vizio del giallo: il nuovo romanzo edito da Mondadori

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Un ispettore di polizia col pallino dei gialli. È uscito ieri, in contemporanea in tutt’Italia, il nuovo romanzo di Alessandro Maurizi, edito da Mondadori, dal titolo...

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Un ispettore di polizia col pallino dei gialli. È uscito ieri, in contemporanea in tutt’Italia, il nuovo romanzo di Alessandro Maurizi, edito da Mondadori, dal titolo “Gli invisibili di San Zeno”. Maurizi, ispettore di polizia, scrittore di successo che può vantare numerosi riconoscimenti a livello nazionale, è direttore di Ombre Festival, rassegna letteraria che si svolge nelle piazze di Viterbo per dare voce ai protagonisti della cultura, del giornalismo, della giustizia e della politica italiana.

Sabato alle 18 sarà al teatro san Leonardo, in via Cavour, per presentare il suo romanzo storico: un’opera ambientata nella Verona scura e brumosa di fine Ottocento che narra le vicende di un procuratore idealista che cerca di inchiodare un ricco affarista ed intanto indaga su una serie di sanguinosi omicidi. In contemporanea, nel teatro, sarà allestita la mostra di opere ispirate al libro a cura di Giuseppe Baiocco. La presentazione, ad ingresso libero, sarà curata dall’assessore alla Cultura Alfonso Antoniozzi e darà il via ad un tour itinerante in numerosi comuni della provincia, in contemporanea agli appuntamenti già programmati a livello nazionale.

Curioso il modo in cui è nata la sua ultima fatica letteraria. «Trastevere, una sera d’estate di qualche anno fa. Una cena con l’amico Stefano Di Michele - dice Maurizi - e una passeggiata tra i vicoli fino a una bancarella di libri vecchi e antichi gestita da un indiano. Fu proprio Stefano a farmi notare un libro dal titolo: “Ricordi di questura” pubblicato nel 1882, autore Federico Giorio. Visto il mio interesse, non esitò a regalarmelo. Non sapevo ancora che quel saggio mi avrebbe portato in varie parti d’Italia alla ricerca dell’anonimo Federico Giorio. Anonimo perché nel testo non c’era una sola riga che riguardasse la sua biografia. Girai come un topo di biblioteca e dopo varie ricerche lo trovai negli archivi di Milano, in quelli di Verona, nella Biblioteca nazionale di Roma». E ancora: «Nel suo saggio, Giorio racconta l’arbitraria interpretazione delle leggi da parte dei poliziotti, pagine da cui emergono l’ingiustizia e la prepotenza. Mi sembrava incredibile – conclude – come avesse avuto il coraggio di attaccare le questure di un’Italia da pochi anni costituita in nazione».

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Il Messaggero