Massacra la compagna e la fa finire in ospedale: «Ogni volta giurava che non sarebbe più successo»

Maltrattamenti
«Ogni volta che perdeva le staffe mi offendeva e picchiava, io lo perdonavo perché tornava promettendomi che non avrebbe più alzato le mani, ma quando sono...

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«Ogni volta che perdeva le staffe mi offendeva e picchiava, io lo perdonavo perché tornava promettendomi che non avrebbe più alzato le mani, ma quando sono entrata al pronto soccorso col viso ricoperto di sangue ho detto basta». Una donna di 35 anni, assistita dall’avvocato Dominga Martines, racconta in aula tutti i maltrattamenti subiti dal compagno tra il 2021 e il 2022. L’imputato, un trentenne di Vignanello, difeso dall’avvocato Domenico Gorziglia, è finito ai domiciliari a primavera scorsa per maltrattamenti in famiglia.

Maltrattamenti che sarebbero iniziati nell’autunno del 2021 e terminati ad aprile quando la donna ha deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine. Una decisione maturata dopo l’ennesima violenza domestica e dopo l’ennesimo ingresso al pronto soccorso con la faccia e il corpo tumefatti. La vittima ora è seguita dal centro antiviolenza Penelope. I due trentenni conviventi da diverso tempo, secondo quanto ricostruito, avrebbero iniziato a litigare per futili motivi. Litigi che ben presto si sarebbero trasformati in vera e propria violenza fisica e psicologica. Due gli episodi più gravi.

«Il primo è avvenuto la notte tra il 24 e il 25 novembre, quando sono finita in ospedale per la prima volta. Eravamo stati a cena con amici poi dovevamo andare a casa loro ma lui si è allontanato, quando l’ho raggiunto abbiamo iniziato a litigare e lui mi ha sollevata e scaraventata contro il muro di una stanza di casa. Poi mi ha afferrato per i capelli e spinta a terra. Ero incinta e ho perso il bambino. Quando sono uscita dall’ospedale ha iniziato a chiamarmi per chiedermi scusa, che non avrebbe più alzato le mani. Così l’ho perdonato e sono tornata da lui». Ma pochi giorni dopo la situazione tra i due sarebbe di nuovo precipitata. «Mi ha aggredito anche la notte di Natale. Mi ha scaraventato contro un lettino, mi gridava: io ti ammazzo. E quando ha visto che prendevo il telefono per chiamare i carabinieri ha tentato di strangolarmi». Ma i due a gennaio tornano ancora insieme.

«Per un po’ - ha detto ancora la vittima - è andata bene. Ma il 28 marzo è successo di nuovo. Io urlavo aiuto dalla finestra e lui mi tirava dentro. Mi ha preso per i capelli e sbattuto contro un muro, poi pugni e calci. Quando sono arrivati i carabinieri ero una maschera di sangue».

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Il Messaggero