Litorale viterbese: stessa spiaggia stesso prezzo, un patto contro gli aumenti

Litorale viterbese: stessa spiaggia stesso prezzo, un patto contro gli aumenti
Partita ufficialmente il primo maggio la stagione balneare, previsioni più che buone per il litorale. A Tarquinia e Montalto di Castro le prenotazioni viaggiano sulla...

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Partita ufficialmente il primo maggio la stagione balneare, previsioni più che buone per il litorale. A Tarquinia e Montalto di Castro le prenotazioni viaggiano sulla scia dello scorso anno con un incremento per i mesi di giugno e luglio. Congelati i prezzi per ombrelloni e sdraio grazie ad un accordo tra gli stabilimenti, piccoli aumenti nella ristorazione «necessari per far fronte alla crescita dei costi delle materie prime spiega Marco Marzi, presidente di Federbalneari Taquinia -, ma parliamo di centesimi».

La caduta delle restrizioni anti Covid, con un'ordinanza del ministero della Salute all'interno del protocollo Linee Guida per la ripresa delle attività economiche e sociali pubblicata subito dopo la fine dello stato di emergenza, non porterà modifiche sostanziali all'interno delle strutture balneari e sugli arenili. Continua Marzi: «Molti stabilimenti hanno deciso di mantenere inalterata la distanza tra gli ombrelloni. Le norme sono cadute ma una fetta dei clienti avverte ancora la necessità di evitare affollamento e di una maggiore sicurezza».

Lo spazio garantito ad ogni postazione resterà quindi dentro i termini del 2020 e 2021, un'area di 10 metri quadri contro i 7,5 metri (3 metri di distanza tra le file e 2,5 metri tra gli ombrelloni della stessa fila) del periodo pre Covid. Per un'estate che si annuncia positiva, sia a Tarquinia che a Montalto gli appartamenti per il mese di agosto sono pressoché esauriti e buone risposte dopo il mini boom pasquale registrano anche le strutture ricettive tradizionale dagli alberghi ai campeggi, c'è qualcosa che preoccupa gli operatori balneari: il rinnovo delle concessioni.

Con la sentenza 18/2021 del 9 novembre scorso, infatti, il Consiglio di Stato ne aveva demolito la validità; nel dettaglio aveva ritenuto illegittime l'estensione al 2033 e sottolineato l'urgenza per lo Stato di riassegnare i titoli entro due anni (scadenza 31 dicembre 2023), tramite evidenza pubblica in linea con la norma europea. Una via apparentemente senza uscita perché, precisavano ancora i giudici, «dal giorno successivo (primo gennaio 2024) tutte le concessioni demaniali in essere dovranno considerarsi prive di effetto, indipendentemente da se via sia o meno un soggetto subentrante».

«In questo clima lavorare non è facile conclude Marzi -. Le imprese non hanno certezze sul futuro e si trovano nella condizione di impossibilità progettuale. Questo significa che gli investimenti caleranno. Ci auguriamo che nei prossimi mesi si lavori, con buon senso, verso una soluzione il più possibile condivisa».
 

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Il Messaggero