Manoscritto del '500 in vendita on line restituito dai carabinieri al Comune di Vetralla

Il libro ritrovato dai carabinieri
Antico manoscritto del 1540 riconsegnato al Comune di Vetralla. I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Perugia, in esecuzione del provvedimento di dissequestro e...

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Antico manoscritto del 1540 riconsegnato al Comune di Vetralla. I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Perugia, in esecuzione del provvedimento di dissequestro e restituzione emesso dall'autorità giudiziaria ternana titolare dell'indagine, hanno riconsegnato, ieri mattina, nelle mani del vice sindaco Flaminia Tosini, un manoscritto illecitamente sottratto dall'archivio storico comunale, in epoca imprecisata. Il volume, caratterizzato dalla particolare rilegatura in pergamena con rinforzi in pelle sul dorso, riporta l'indicazione Acta CivilterraeVetrallae e appartiene alla serie degli Atti Civili Civilia - Liber ActiCivilis.

Il recupero è stato possibile grazie all'attività investigativa avviata dai carabinieri del Nucleo Tpc dopo la sua individuazione avvenuta attraverso il monitoraggio del web nel corso di mirati controlli dei siti di vendita telematica. Il volume era proposto in vendita al prezzo irrisorio di mille euro. Gli sviluppi investigativi e gli accertamenti compiuti sul nickname utilizzato per l'annuncio hanno portato alla richiesta di sequestro del manoscritto e al recupero nell'abitazione di un privato residente nel Ternano, e alla restituzione al luogo di originale custodia, ovvero l'archivio storico del Comune di Vetralla. «La positiva conclusione della vicenda - spiegano i carabinieri - che ha riguardato questo prezioso documento storico, del quale purtroppo non si aveva neppure contezza dell'avvenuta sottrazione, sta a testimoniare come il costante monitoraggio del mercato antiquariale congiunto all'impegno e alla preparazione dei militari in forza a questo specializzato reparto dell'Arma consentano, a distanza di anni e anche in difetto di una formale denuncia di furto, di rinvenire beni culturali e di restituirli alle comunità di origine».
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Il Messaggero