Mammagialla, la Asl investe sulla salute dei detenuti: al via campagna di screening sull'epatite C

Il carcere di Mammagialla
Un programma di screening per la diagnosi precoce dell’epatite C (Hcv). È quello che la Asl di Viterbo avvierà a breve a Mammagialla. L’annuncio è...

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Un programma di screening per la diagnosi precoce dell’epatite C (Hcv). È quello che la Asl di Viterbo avvierà a breve a Mammagialla. L’annuncio è stato dato dalla stessa azienda ai detenuti durante un incontro avvenuto mercoledì.

Ma si tratta solo di una delle iniziative lanciate in favore della salute dei reclusi. L’iniziativa, che si è svolta per sensibilizzare la popolazione ad aderire al programma contro l’Hcv, è stata anche un’utile occasione per presentare i principali interventi di prevenzione che potranno essere attivati nei prossimi mesi sempre all’interno della Casa circondariale di Viterbo. Tra questi, le diverse campagne di vaccinazione in corso e il programma di screening del tumore del colon retto.

“La prevenzione – commenta Antonella Proietti, direttore generale facente funzione della Asl Viterbo – trova il suo compimento e il raggiungimento degli obiettivi di salute che si prefigge nella partecipazione attiva e nella condivisione del messaggio e delle informazioni ricevute”.

Soddisfazione anche dal direttore della Casa circondariale, Anna Maria Dello Preite “I programmi di prevenzione costituiscono - afferma - parte integrante del diritto alla salute e l’incontro di oggi in particolare costituisce l’esempio di come anche in carcere sia possibile fare prevenzione ed educare al rispetto ed alla cura del proprio corpo. La manifestazione che ha visto il coinvolgimento diretto di una rappresentanza di detenuti fa parte di un progetto più ampio che vuole mettere al centro i percorsi di prevenzione, di diagnosi e di cura a favore della popolazione detenuta nella consapevolezza che il diritto alla salute costituisce uno degli elementi essenziali del trattamento rieducativo”.

All’incontro, realizzato nell’ambito del Piano aziendale dell’equità e ideato dal tavolo paritetico per la tutela della salute delle persone detenute, tra gli altri, hanno partecipato anche i direttori dei dipartimenti di Cure primarie e di Prevenzione, Giuseppe Cimarello e Augusto Quercia, gli specialisti e gli operatori che si occupano di prevenzione e delle malattie infettive, i rappresentanti della Polizia penitenziaria.

 

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Il Messaggero