Più garanzie e tutele al personale della polizia penitenziaria di Viterbo. E' quanto torna a chiedere il sindacato della Cgil-Fp provinciale, dopo le denunce su...
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Dopo le accuse al personale, contenute nel rapporto sulle carceri del consiglio d'Europa (comitato contro la tortura), "nessuna voce da parte dell’Amministrazione si è levata in difesa della polizia Penitenziaria, al centro di una campagna denigratoria e di accuse, a nostro avviso, ingiuste", rileva il sindacato
Né il provveditore per l'amministrazione penitenziaria del Lazio, né il Dipartimento e né il ministero della Giustizia "si sono espressi in merito. Se da un lato la Penitenziaria è chiamata ad assolvere i propri doveri istituzionali, nel rispetto della legge e dei regolamenti all’interno dell’Istituto, dall’altro ha il diritto di essere tutelata e messa in condizioni di operare".
Per la Fp Cgil Viterbo “le difficoltà in cui si opera all’interno del carcere, specie quelle relative alla sicurezza, sono state denunciate più volte. Non è pensabile che il Provveditore non conoscesse il contenuto del documento del comitato contro la tortura del consiglio d’Europa, e se così fosse sarebbe un fatto di estrema gravità”. Da qui lo stato di agitazione del personale e l'adesione alla manifestazione indetta per venerdì 14 febbraio con tutte le sigle sindacali della Polizia penitenziaria”.
“Viterbo – prosegue la Cgil - è il terzo carcere per importanza del provveditorato, destinatario di detenuti non gestibili perché affetti da disturbi psichiatrici. Le carenze di organico aumenteranno con i prossimi pensionamenti: sarà sempre più difficile gestire i penitenziari e anche a Viterbo la situazione non potrà che peggiorare”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero