Mafia viterbese, parola agli imputati: oggi la versione di Pecci, Erasmi e Pavel

Il Tribunale di Viterbo
Mafia viterbese, parola agli imputati. Riprende questa mattina il processo a Emanuele Erasmi, Manuel Pecci e Pavel Ionel,...

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Mafia viterbese, parola agli imputati.


Riprende questa mattina il processo a Emanuele Erasmi, Manuel Pecci e Pavel Ionel, accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso. I tre imputati furono arrestati il 25 gennaio 2019 nell’ambito dell’operazione Erostrato che disarticolò un’organizzazione mafiosa di albanesi e italiani nata e cresciuta in città. I tre sono gli unici che non sono considerati parte delle banda, ma avrebbero aiutato a compiere attentati o approfittato dei servigi per tornaconti personali.
In particolare Pavel Ionel, trentenne romeno, sarebbe stato il tutto fare di Ismail Rebeshi e avrebbe fornito aiuto nella pianificazione dell’attentato a un carabiniere. Erasmi e Pecci invece si sarebbero fatti aiutare da Giuseppe Trovato per risolvere problemi sul “lavoro”. Il primo per recuperare un credito, il secondo per “fiaccare” un cliente insoddisfatto.
Stamattina toccherà a loro raccontare. Spiegare i contatti e fornire una versione diversa da quella dell’accusa che quasi due anni fa li fece finire in manette.
I primi a parlare dovrebbero essere i due imprenditori viterbesi. Emanuele Erasmi è assistito dall’avvocato Giuliano Migliorati, Manuel Pecci dagli avvocati Carlo Taormina e Fausto Barili. Pavel Ionel è invece difeso dall’avvocato Michele Ranucci.
Prima del racconto degli imputati, il perito che ha trascritto le intercettazioni telefoniche intercorse tra gli imputati e i membri della banda consegnerà al collegio gli ultimi stralci di conversazione. Quelli integrativi, richiesti sia dalla pubblica accusa, pm Fabrizio Tucci, sia dalla difesa.
I membri dell’associazione a delinquere di stampo mafioso sono stati condannati, in primo grado, sei mesi fa. E sono rinchiusi in diversi carceri viterbesi. 

I due boss del sodalizio mafiosi Giuseppe Trovato e Ismail Rebeshi, torneranno protagonisti anche in questo processo, il prossimo primo febbraio saranno testimoni. Dai rispettivi carceri risponderanno alle domande di avvocati e pm tramite teleconferenza. L'udienza è stata programmata dall'istituto penitenziario Mammagialla. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero