"L'eternità immutabile": è il titolo dell'evento speciale - in svolgimento mercoledì 17 aprile, a partire dalle ore 15,15, nel palazzo...
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Interverranno Giorgio Nisini, scrittore e saggista, direttore artistico del Wilcock Festival; Maria Gabriella Dionisi, ispanista, Università della Tuscia; Paolo Mauri, critico letterario e giornalista, a lungo responsabile delle pagine culturali di Repubblica; Roberto Deidier, poeta e saggista, professore ordinario di Letterature comparate nell'università di Enna “Kore”; Raffaele Manica, saggista e critico letterario, Università di Roma “Tor Vergata”; Natascia Cappa, Rutgers University, New Jersey; Andrea Gialloreto, Università «Gabriele d'Annunzio» di Chieti-Pescara; Giorgio Patrizi, critico letterario, Università del Molise; Ricardo Menéndez Salmón, scrittore e giornalista spagnolo attualmente in residenza a Lubriano per Wilcock Festival; Matteo Lefèvre, saggista, traduttore e ispanista, Università di Roma “Tor Vergata”; Giovanna Fiordaliso, ispanista, Università della Tuscia.
«Nella Valle dei Calanchi, a Lubriano - spiega Nisini, - lo scrittore, che scelse l’Italia come seconda patria e l’italiano come lingua d’adozione, trascorse gli ultimi anni della sua vita. La cittadina ha così deciso, per onorare il centenario della nascita, di dedicare a questo autore straordinario una giornata di studi intitolata “L’eternità immutabile”, a poche settimane dalla ripubblicazione da parte di Adelphi di una delle sue opere più amate: “Il libro dei mostri”. Per ricordare l'autore, fra l'altro, lo scorso anno è stato inaugurato anche il “Sentiero Wilcock”, una passeggiata che incontra la casa dello scrittore e, soprattutto in primavera, offre una vista inedita e spettacolare sulla Valle, candidata a diventare Patrimonio Unesco dell'umanità».
Gli organizzatori sottolineano che il convegno «appresenta l’occasione per riflettere su un autore anomalo nella storia culturale italiana, un autore dimenticato ma ancora molto apprezzato da un certo pubblico – un pubblico trasversale, di specialisti, di giornalisti, di teatranti, ma anche di lettori inaspettati come Jovanotti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero