Lo sfregio dei vandali nella chiesa: oggetti sacri e acquasantiera scaraventati a terra, feci davanti all'altare

L'interno della chiesa di Latera
Oltraggia l’altare, defecandoci davanti e scaraventa a terra l’acquasantiera. Gravissimo atto vandalico e sacrilego quello commesso all’interno della Chiesa di San Clemente...

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Oltraggia l’altare, defecandoci davanti e scaraventa a terra l’acquasantiera. Gravissimo atto vandalico e sacrilego quello commesso all’interno della Chiesa di San Clemente a Latera. E’ stato compiuto ieri mattina tra le 8.30 e le 9.30 circa. Qualcuno si è introdotto nell’edificio sacro, che sorge alle spalle di piazza della Rocca, approfittando del fatto che la chiesa fosse già stata aperta ai fedeli. 


La signora che si occupa di tenere in ordine e di fare le pulizie nell’edificio di culto, a pochi passi dal palazzo Farnese, aveva terminato il suo lavoro intorno alle 8,30 e si era allontanata temporaneamente. Circa un’ora dopo è rientrata e quando ha messo piede nella chiesa si è trovata di fronte a una scena agghiacciante: l’acquasantiera era stata scaraventata con violenza a terra e l’acqua benedetta era sul pavimento.

Poi è andata più avanti e in quel momento che si è accorta che sotto l’altare maggiore vi erano delle feci. Il telo che copriva l’altare era stato gettato a terra e così anche gli oggetti che erano custoditi sopra di esso, che erano stati lasciati lì dal parroco dopo l’ultima celebrazione liturgica. Nella chiesa non c’era nessuno.

Sbito la donna ha chiamato il sacerdote che, a sua volta, ha richiesto l’intervento del 112. I carabinieri della stazione sono arrivati sul posto ed hanno effettuato un accurato sopralluogo, alla ricerca di eventuali tracce lasciate da uno o più vandali, tracce che potrebbero rivelarsi utili per risalire alla sua identità. Purtroppo, né all’interno né all’esterno dell’antico edificio sacro, ricostruito dai Farnese nel 1598, vi sono telecamere di videosorveglianza.


Le indagini vanno avanti serrate. Il reato che si configura è quello previsto dall’articolo 404 del codice penale: “Chiunque pubblicamente e intenzionalmente distrugge, disperde, deteriora, rende inservibili o imbratta cose che formino oggetto di culto o siano consacrate al culto o siano destinate all’esercizio del culto è punito con la reclusione fino a due anni”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero