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Il giorno della verità. O meglio, quello del redde rationem. È infatti in programma la direzione del Pd sulla situazione delle liste, che ha messo in fibrillazione tutto il mondo dem dopo la bocciatura della proposta di candidature di Enrico Panunzi, cui è stata preferita Marianna Madia. L’appuntamento è alle 17,30 ma la discussione si prevede lunga e travagliata, anche perché sarà presente pure Bruno Astorre.
Il segretario regionale si troverà davanti praticamente l’intero plotone degli scontenti, che chiedono spiegazioni e minacciano in alcuni casi - si veda il sindaco di Oriolo Romano, Emanuele Rallo - di non fare campagna elettorale e addirittura restituire la tessera. Sembra che l’intenzione di Astorre sia quella di criticare le prese di posizione del segretario provinciale Manuela Benedetti e dei sindaci, che hanno rilasciato dichiarazioni molto pesanti sul discorso delle liste.
Una delle accuse mosse ai vertici del partito dai dem viterbesi è che sarà difficile andare in mezzo alla gente, cercando di farla convergere su un nome non del posto, mentre invece nel centrodestra sui locali puntano eccome.
Intanto il fronte del malumore si amplia anche al di fuori dei democratici. La segreteria della federazione del Psi di Viterbo ha scritto infatti al segretario del Pd Enrico Letta e al suo omologo regionale, Bruno Astorre. «Siamo consapevoli delle difficoltà che hanno suggerito le scelte effettuate, però non possiamo che esprimere grande rammarico per la esclusione dell’onorevole Enrico Panunzi da candidato con la scelta dell’onorevole Marianna Madia. Ciò per il motivo evidente di lasciare sguarnito il territorio con la mancanza di un valido rappresentante locale. Alle elezioni normalmente si candidano le persone più forti del territorio e nella provincia di Viterbo il candidato più rappresentativo è Panunzi».
Una posizione in linea con il fronte del malcontento dem. «Aver preferito Madia significa voler depotenziare la politica espressa dal Pd e dalle forze di sinistra quali il Psi», che «ha scelto strategicamente l’accordo con il Pd di Viterbo condividendo il lavoro svolto per il territorio con dieci anni di attività di Panunzi quale consigliere regionale». Poi citano alcuni degli obiettivi raggiunti dalla Regione Lazio sul territorio. «La scelta di non candidare Panunzi determina una grande perdita di voti per tutta la coalizione e il malcontento per questa è evidente dalla protesta che molti sindaci del viterbese, la stessa base del Pd e la federazione Pd stessa, stanno esprimendo. L’esclusione - concludono i socialisti - non è ben accolta dalla federazione del Psi, per tutti questi motivi si chiede un ripensamento».
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