Leucemia, viterbese guarisce dopo la nuova cura

Leucemia, viterbese guarisce dopo la nuova cura
Tra i sei pazienti colpiti da leucemia e curati con le cellule Carcik a cui è la malattia è stata bloccata c'è anche un viterbese. Li dove ogni terapia...

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Tra i sei pazienti colpiti da leucemia e curati con le cellule Carcik a cui è la malattia è stata bloccata c'è anche un viterbese. Li dove ogni terapia aveva fallito, il trattamento a cui è stato sottoposto, in via sperimentale, ha dato risultati positivi per il sessantaquattrenne, artigiano con un passato da podista che ha scoperto di avere la leucemia linfoblastica acuta nel 2015. In questi cinque anni è stato sottoposto a cinque diverse terapie, tra cui il trapianto, ma i risultati non sono stati quelli sperati. Poi è stato inserito in uno studio sperimentale e tutto è cambiato. È stato uno dei pazienti che hanno risposto al trattamento sperimentale messo a punto dalla Fondazione Tettamanti, l'Università di Milano Bicocca e l'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e che ha risposto bene tanto da fargli riprendere il lavoro. I risultati di questa sperimentazione sono stati pubblicati su The Journal of Clinical Investigation dove è stato evidenziato che quasi l'86% dei pazienti trattati, tra bambini e adulti, ha risposto al trattamento con una scomparsa completa del tumore. Le cellule Carcik sono linfociti T derivati da sangue periferico di un donatore sano. A questa tipologia di studi ne seguiranno altri. Si tratta di uno studio clinico multicentrico tutto italiano, sviluppato nei laboratori di ricerca della Fondazione Tettamanti, coordinato dal Centro di emato-oncologia pediatrica della Fondazione Monza e Brianza per il Bambino e la sua Mamma con la collaborazione dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Ricerca ha dimostrato che, utilizzate in pazienti pediatrici e adulti affetti da leucemia linfoblastica acuta hanno avuto una recidiva dopo il trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche, sono in grado di espandersi e persistere a lungo nell'organismo, e sono dotate di un attività antitumorale molto promettente, associata a un buon profilo di sicurezza.


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Il Messaggero