Nella Tuscia viterbese, nel 2017 sono stati registrati quasi 600 incidenti stradali (per la precisione 595, con 30 morti e 900 feriti) che hanno coinvolto 1.076 veicoli, per la...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Sono Istat e Aci (Automobile club d'Italia) a dare i numeri. Quelli legati all'incidentalità stradale grazie a una rilevazione di tutti i sinistri sul territorio provinciale che hanno causato lesioni alle persone (morti entro il trentesimo giorno dall'episodio o feriti). I dati sono frutto di un'operazione statistica che ha coinvolto Stradale, carabinieri, polizia provinciale, le polizie locali, esaminando gli incidenti verbalizzati. Il rapporto contiene anche un'analisi per così dire qualitativa degli incidenti.
E così scopriamo che per quasi la metà dei casi, i sinistri avvengono sulle strade urbane (270, con 6 morti); quindi sulle extraurbane secondarie (159, 11 morti) e principali (138, 8 morti), scarsi sulle autostrade (19, con 2 morti). Non manca una classificazione dei morti per classi di età, dai quali si evince che il numero maggiore (13) ha colpito gli over 65 (10 maschi e 3 femmine), mentre il maggior numero dei feriti (206) si colloca nella fascia 30-54 anni, seguiti dalla fascia 18-29, con 127 casi.
Altro dato interessante è legato al ruolo svolto dagli interessati durante l'incidente: hanno sempre la peggio i conducenti (18 morti e 577 feriti), a fronte dei passeggeri (3 morti e 228 feriti) e dei pedoni (6 morti e 76 feriti). Nel raffronto con le altre province del Lazio (Roma esclusa), gli automobilisti della provincia di Rieti sono tra i virtuosi: nel 2017 il territorio della Sabina ha registrato 320 incidenti (14 morti e 517 feriti). Frosinone ha avuto invece 887 incidenti (37 morti e 1.491 feriti). Maglia nera a Latina: 1.575 gli incidenti (56 morti e 2.485 feriti). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero