«Le lacrime che abbiamo versato ormai fanno un oceano»: a Vasanello la veglia di preghiera per Silvia

L'estero della cattedrale Santa Maria Assunta durante la veglia per Silvia Tabacchi
 Le giovani coppie che raggiungono la chiesa sotto braccio, in silenzio. Altri che si aspettano in piazza, sotto gli alberi, lontano dai lampioni. La fila per entrare, dopo...

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 Le giovani coppie che raggiungono la chiesa sotto braccio, in silenzio. Altri che si aspettano in piazza, sotto gli alberi, lontano dai lampioni. La fila per entrare, dopo aver dato uno sguardo alle fiaccole messe sulla cancellata. Vasanello era tutta qui, ieri sera, dentro la cattedrale di Santa Maria Assunta, costruzione romanica con mille anni di storia alle spalle, riempita da centinaia di persone. Tutte per ricordare attraverso la preghiera, attraverso la vicinanza in senso fisico, Silvia Tabacchi, la trentenne uccisa venerdì scorso dal suo ex fidanzato Francesco Marigliani, di Amelia, con un colpo di pistola sparato a bruciapelo (la stessa pistola con cui poco dopo si è ucciso), in una piazzola della provinciale Vasanellese. Una piazzola che se prima era sporca come tutte le piazzole di una strada di provincia, ora brilla di lumini e profuma di fiori, in memoria della ragazza.


No alla violenza, si chiama questa veglia «fortemente voluta e guidata dal nostro pastore, il vescovo Romano Rossi», come dice in apertura il parroco del paese, don Enzo Prato. E il vescovo è lì, vicino all'altare rialzato, ad ascoltare il primo canto, a guardare con amore le facce della comunità, dei coetanei di Silvia, dei ragazzi più giovani, degli anziani che si trovano dopo una vita intera per un fatto tremendo accaduto proprio qui, a due passi.

«Sono tragedie che segnano la vita delle persone, e che purtroppo abbiamo sentito tante volte – prosegue don Enzo – E tante lacrime abbiamo versato da quell'istante, lacrime che insieme formano un oceano di desolazione. Stasera siamo qui per pregare, ricordare, condividere».


E ancora, il vescovo della diocesi di Civita Castellana: «E' un tentativo di avvicinarsi a Silvia, a quello che è successo, a quello che ha significato, e alla sua famiglia, che sta vivendo tutto questo». Letture religiose e canti si alternano in questa notte, mentre fuori bruciano le fiaccole e si accalcano in silenzio quelli che non sono riusciti ad entrare. Domani, giovedì, alle 15, si terrà il funerale della ragazza – la cui salma è stata riconsegnata alla famiglia dopo l'autopsia di martedì -, sempre qui, nella chiesa di Santa Maria Assunta, il centro del dolore ma anche dell'amore di questo paese, e di tutti quelli hanno la fede e la forza per pregare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero