La psicosi coronavirus: code ai supermercati di Viterbo, introvabili i detergenti

Gli scaffali di un supermercato di Viterbo ieri pomeriggio
Amuchina gel, alcool e mascherine introvabili. Cartelli affissi sulle porte e commesse che, alla domanda su quando saranno disponibili, scrollano le spalle e rispondono:...

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Amuchina gel, alcool e mascherine introvabili. Cartelli affissi sulle porte e commesse che, alla domanda su quando saranno disponibili, scrollano le spalle e rispondono: «Non lo sappiamo». E poi, lunghe file ai supermercati: gli scomparti di pasta, zucchero, pomodoro, latte e farina presi d'assalto. È il clima che da ieri mattina si respira a Viterbo e nelle frazioni del capoluogo. L'aumento dei contagiati del Coronavirus preoccupa e, nonostante l'assenza di un focolaio infettivo nel Lazio, ha scatenato la corsa ai beni di prima necessità. Scene già viste nel fine settimane a Milano e in zone di Lombardia e Veneto ma difficili, a memoria, da ricordare nel capoluogo.


Come spiega Cristiano Notarangelo, da anni impiegato in un negozio nel centro commerciale che ospita l'IperConad (ex Leclerc), preso di mira da centinaia di persone. «Penso di non aver mai visto un'affluenza del genere dice per la prima volta ieri mattina tutte le casse dell'ipermercato sono stata aperte. Prima di mezzogiorno farina e zucchero erano terminati. I detergenti hanno fatto prima, subito dopo l'apertura». Stessa cosa allo store di Risparmio Casa, sulla cassia Nord, dove i disinfettanti di qualsiasi marca sono stati polverizzati. E ancora al punto Lidl del Barco, dove in serata le conserve hanno iniziato a scarseggiare e carrelli piani hanno sfilato interrottamente fino alla chiusura. Quindi alla Coop di via Monte Cervino, trafficata anche nelle ore commercialmente più deboli, con la situazione arginata dagli scarichi della mattina.


«Alcuni tipo di pasta mancano, come l'Amuchina task, da mezzo e un litro. Il latte fresco come quello a lunga conservazione invece sono disponibili dice Marco Ragonesi , speriamo sia una situazione temporanea». Migliore invece la situazione all'Emmepiù di viale Armando Diaz, con gli scomparti integri in quasi tutti i reparti. «Appena abbiamo sentito della diffusione del virus ci siamo catapultati al supermercato, lo diciamo senza vergogna spiegano Agnese e Paolo, 35 e 39 anni e nNon tanto per le provviste, quanto per i disinfettanti. Nel decalogo del ministero c'è scritto che le superfici vanno trattate con cloro o alcool. Oggi continueremo e cercare». Insieme ai supermercati, prese d'assalto anche le farmacie: dove, insieme alle mascherine protettive e ai gel germicidi iniziano a scarseggiare anche i guanti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero