Le mostre didattiche su Eugenio Montale e su Santa Rosa, esempio di una donna libera del passato. Coreografie sportive cui si sono aggiunti esperimenti di fisica nel laboratorio...
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«Crediamo fortemente nell’attualità e nella forza della formazione letterario-umanistica»: così la dirigente del liceo classico “Mariano Buratti”, Clara Vittori, ha accolto lo scorso venerdì i visitatori che hanno affollato la scuola per l’annuale appuntamento della Notte nazionale del Liceo classico. Giunta alla 5° edizione, la manifestazione ha interessato 433 licei classici d’Italia: un ottimo risultato, considerando come, sempre secondo le parole della dirigente, troppo spesso ci si trovi a dover rispondere all’annosa domanda: “A cosa serve studiare delle lingue morte?”.
Presente anche il sindaco di Viterbo, Giovanni Arena, che ha partecipato alla presentazione di una nuova app bilingue, WebApp Viterbo, nata da giovani per giovani, che raccoglie informazioni turistiche su luoghi di ristoro e alloggi.
Tema portante della serata è stato la libertà: dalle 18 alle 24, dopo aver ascoltato l’inno composto appositamente per questa edizione, i numerosi visitatori hanno potuto assistere a rappresentazioni teatrali, performance, mostre, conferenze, dibattiti. Protagonisti sono stati i ragazzi, che si sono spesi nel dar vita alle più eterogenee riflessioni sulla libertà: da una brillante e divertente rilettura di Ovidio in salsa trap, a un esercizio di retorica in forma di processo in cui a essere imputato era il concetto stesso di libertà. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero