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Venerdì 8 settembre, alle ore 21.30, il Teatro Pocci di Tuscania ospiterà il concerto intitolato “La memoria ostinata”, per commemorare il 50° anniversario del colpo di Stato in Cile.
A esibirsi sul palco un sestetto d’eccezione, composto da: Gabriel Aguilera (charango, voce, kena), Antonello de Lisi (chitarra, tiple), Mauro Scipione (kena, sikus, voce), Jeime Seves (chitarra, voce), Karen Gòmez (percussioni, voce) e, special guest, Fiore Benigni (organetto). A introdurre il concerto sarà Enrico Mezzetti, presidente provinciale dell’Anpi Viterbo, che patrocina l’evento, in collaborazione con la sezione Anpi di Tuscania.
«L’iniziativa, alla quale tutti i cittadini democratici e antifascisti sono invitati a partecipare – sottolinea Mezzetti - sarà l’occasione per riflettere insieme sulle vicende di quel periodo di dittatura sanguinosa, per non dimenticare anche le migliaia di desaparecidos e rendere sempre più saldo anche in Italia e in europea l’impegno a difesa della democrazia, della libertà, dei diritti umani e per la pace».
Nel comunicato diramato dall’Anpi, alcune pillole di storia. «L’11 settembre del 1973, dopo sanguinosi combattimenti per le strade della capitale Santiago, i vertici militari presero il potere destituendo e uccidendo il presidente Salvador Allende, democraticamente eletto, e instaurando una spietata dittatura con a capo il generale Augusto Pinochet. Il regime militare dittatoriale sarebbe durato per ben 17 anni. Il golpe non servì solo a stroncare l’esperienza politica democratica cilena incarnata dal presidente Allende ma anche a fare del Cile una sorta di laboratorio latino-americano dove dare attuazione alle politiche neoliberiste e nazionaliste. Il mantenimento del potere dittatoriale fu possibile attraverso la soppressione della libertà e dei fondamentali diritti umani, con estese privatizzazioni in tutti i settori economici e sociali, attraverso indicibili e orribili violenze, torture e repressioni costanti del popolo cileno perpetrati anche da squadre speciali militari i famigerati squadroni della morte e con il sostegno politico e militare degli Stati Uniti d’America».
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