Perché è importante ricordare da Vinci, a 500 anni dalla morte avvenuta il 2 maggio del 1519? Una, o meglio tante risposte sono nella lectio magistralis che Vittorio...
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Parlando di Leonardo, il critico d'arte non ha mancato di fare collegamenti all'attualità: «Di Maio assomiglia a Leonardo, entrambi erano dei nullafacenti che volevano il reddito di cittadinanza. Nel Rinascimento, Salvini sarebbe stato un suo capomastro, bravo solo a eseguire».
Per Sgarbi, affascinato dal genio di Leonardo, «l'equivoco è che sia stato un grande artista. È stato il genio dell'imperfezione ma un grande dilettante. Non c'è un'architettura, non c'è una scultura, non c'è un'invenzione riuscita. Ci sono dei quadri, pochi e dipinti in modo anche talvolta incerto. Ma in lui c'è una intuizione assoluta di Dio nell'uomo».
A proposito della sua opera più conosciuta, ha rimarcato che «la Gioconda è la donna di tutti, è un'opera nella quale si vede il tentativo di uscire dal quadro stesso. Tanto è vero che conosci la Gioconda avendo visto prima la fotografia del quadro. Quando vai al Louvre non riesci a vederlo per quanta gente c'è. Ma la conosci da una cartolina vista a cinque anni, da una fotografia su un libro o dalla una riproduzione».
La lectio di uno dei critici d'arte più amati, celebrati e discussi d'Italia arriverà sul palco del Teatro Caffeina il prossimo 2 settembre, alle ore 21. Per info e biglietti www.caffeinacultura o direttamente in teatro, in via Cavour 9. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero