Viterbo, la fidanzata del boss non ottiene i soldi sequestrati

La Corte di Cassazione
Mafia viterbese, restano sotto sequestro i soldi sequestrati ai fratelli Rebeshi. La Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla compagna di Ismail, secondo la quale quei...

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Mafia viterbese, restano sotto sequestro i soldi sequestrati ai fratelli Rebeshi. La Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla compagna di Ismail, secondo la quale quei famosi 22mila euro erano di sua proprietà. I supremi giudici però hanno dichiarato inammissibile il ricorso in quanto il soggetto, la fidanzata di Rebeshi, non ne è legittimato. Il denaro resta quindi sotto sequestro.


Per capire come mai la compagna di Rebeshi, tramite l'avvocato Roberto Afeltra, abbia rivendicato la proprietà di quei fondi è necessario fare un passo indietro. A novembre del 2017 David Rebeshi, fratello di Ismail, viene arrestato mentre muove 38 chili di marijuana. Sconta la sua pena e una settimana dopo la libertà i militari bussano ancora alla sua porta. E' il 3 giugno del 2019. I carabinieri del nucleo investigativo di Viterbo irrompono a casa di David Rebeshi. Qui trovano più di 22mila euro in tagli da 50, impilati in un mobiletto insieme ai farmaci. I soldi, secondo l'accusa frutto dello spaccio, sono stati tutti sequestrati in base al provvedimento del 1992, l'anno delle stragi, per il contrasto alla criminalità mafiosa. Il sequestro era stato disposto dalla Procura di Viterbo e convalidato dal gip del Tribunale locale. Che quei 22.250 euro in tagli da 50 fossero legati al capo della 'Ndrangheta viterbese per gli inquirenti è chiaro. Ismail Rebeshi, durante l'indagine per mafia viterbese, viene intercettato e parlando con altri sodali commenta l'arresto del fratello David, che lavorava come corriere per lui. E l'arresto del 3 febbraio 2017 lo manda su tutte le furie. «E' successa una cosa si legge nelle intercettazioni che non doveva succedere. Ho perso 300mila euro». Ma cosa c'entra la compagna di Ismail in tutta questa vicenda? La 34enne dal giorno dell'arresto del fidanzato ha preso, su mandato del boss anche tramite messaggi dal carcere, le redini delle attività. E' diventata, insieme alla cognata, titolare di diverse società. E per questa ragione è stata anche indagata dalla Dda di Roma per trasferimento fraudolento di valori.
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Il Messaggero