Viterbo, la banda della Marina Militare incanta per la seconda inaugurazione del teatro dell'Unione

Dal Canto degli italiani di Goffredo Mameli ai Pink Floyd, passando per Gioacchino Rossini e Peppino Verdi – del resto, siamo in piazza Verdi -, con un omaggio al maestro...

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Dal Canto degli italiani di Goffredo Mameli ai Pink Floyd, passando per Gioacchino Rossini e Peppino Verdi – del resto, siamo in piazza Verdi -, con un omaggio al maestro Ennio Morricone (che, va detto, gode ancora di ottima salute) e la chiusura con La Ritirata, ovvio, di Tommaso Mario. Due ore di grande musica grazie alla banda della Marina Militare. Marina italiana, certo, benché la data, il 4 luglio, Indipendence Day, avrebbe potuto trarre in inganno e far pensare che quelli sul palco fossero della Us Navy, la Marina statunitense.

 



Invece, di bianco vestisti, tricolore marinaro gigante sullo fondo, diretti impeccabilmente dal maestro capitato di fregata Antonio Barbagallo, erano proprio 60 marinai italiani e musicisti, componenti di una formazione storica, nata con la Marina stessa, e arrivati a Viterbo per il primo grande evento nel rinnovato teatro dell'Unione. Pieno in ordine di posti nonostante l'ingresso gratuito fosse riservato ai possessori di biglietto, che si ritirava nei giorni scorsi alla pensilina del Sacrario. Peccato che in molti non lo sapessero, e si siano presentati senza tagliando all'ingresso. Una pecca organizzativa che non si spiega visto che tra i 17mila euro di soldi pubblici spesi (la delibera di giunta, votata d'urgenza e all'unanimità, è del 29 giugno) era prevista anche adeguata “promozione” per l'evento.


Oltre al pubblico non pagante, poi, c'erano gli invitati, più o meno speciali. Sul palco d'onore ecco il deputato Giuseppe Fioroni accanto al sindaco e al questore, come in certi romanzi di Camilleri. E dopo l'inaugurazione – a costo zero - di metà giugno col presidente della Regione Zingaretti (che il restauro lo ha finanziato) e tanti rappresentanti della sua corrente politica a Viterbo e provincia, ecco un'inaugurazione bis, stavolta con tanti fioroniani e 17mila euro di conto. Insomma, il solito teatrino. Almeno stavolta si sono ricordati di invitare i Facchini di Santa Rosa, rimasti fuori dalla prima prima nonostante la festa esistesse già quando il teatro ancora non era stato inventato, almeno nella sua forma moderna. Non è mai troppo tardi per riparare ad una gaffe finché il sipario è ancora aperto. Poi la musica finisce e gli amici se ne vanno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero