L'imputato nelle intercettazioni parla “martano”: il giudice chiama un traduttore

L'imputato nelle intercettazioni parla “martano”: il giudice chiama un traduttore
Omicidio Gianlorenzo, per decifrare le intercettazioni serve un interprete del martano. Nella prossima udienza della Corte d'Assiste, che vede imputato Aldo Sassara,...

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Omicidio Gianlorenzo, per decifrare le intercettazioni serve un interprete del martano. Nella prossima udienza della Corte d'Assiste, che vede imputato Aldo Sassara, nominerà un perito con l'incarico di tradurre dal dialetto martano le parole che l'imputato avrebbe pronunciato quando era intercettato. L'esperto di dialetto riceverà l'incarico il prossimo 30 settembre.


Aldo Sassara, difeso dagli avvocati Marco Valerio Mazzatosta e Danilo Scalabrelli, è accusato di aver ucciso il cognato Angelo Gianlorenzo, 83enne trovato morto in compagna tra Tuscania e Marta tre anni fa. La mattina della vigilia di Ferragosto l'ottantenne avrebbe preso, come al solito, il suo Apetto per andare in zona San Savino. Qui avrebbe incontrato il cognato Aldo Sassara con il quale, secondo l'accusa, avrebbe avuto un'accesa discussione finita in un lago di sangue. L'autopsia eseguita sul corpo di Gianlorenzo ha spiegato che l'83enne sarebbe morto in seguito ai colpi ricevuti in testa e sull'addome.

«Dalle intercettazioni - ha spiegato uno dei carabinieri della compagnia di Tuscania che partecipò alle indagini - si evince che l'imputato avrebbe colpito la vittima 30/40 volte. Sassara è stato a lungo intercettato, parlava per ore da solo in macchina e ha detto cose che per noi sono state molto rilevanti».

Le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura di Viterbo, da subito si sono indirizzate verso Sassara. «Non abbiamo mai trovato i vestiti che l'imputato portava la mattina quando si è recato in campagna - ha detto ancora il carabiniere - e abbiamo anche chiamato in supporto i subacquei di Roma per dragare il fiume vicino alla proprietà». All'udienza erano presenti anche gli avvocati della moglie e dei figli della vittima - Giovanni Bartoletti, Corrado Cocchi e Francesco Bergamini - costituiti parte civile nel processo.
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Il Messaggero