«Viterbo, è ora di svegliarsi!»: è con queste parole che Oreste Rutigliano, presidente di Italia Nostra, ha aperto la conferenza stampa di ieri presso...
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Per capire l'appello di Italia Nostra è necessario però fare un passo indietro. Nel 2008, la Provincia stilò un Piano Territoriale di coordinamento che si poneva, tra gli altri, l'obiettivo di riequilibrare il territorio, porre uno stop ai fattori di degrado e tutelare paesaggio e risorse. Questa proposta è stata poi integrata con il Piano di sviluppo agricolo-termale del Comune capoluogo.
Tra i progetti della Provincia, la creazione di un parco archeologico e termale di circa 4mila ettari fuori Valle Faul. La Soprintendenza a gennaio ha imposto un vincolo paesaggistico su oltre 1.600 ettari, che si estendono a partire da Valle Faul. In questa zona sarebbero infatti coinvolte «ricchezze storiche e naturali, che vanno preservate dall'edilizia selvaggia». In particolare, la collina di Riello e la zona termale di Paliano. L'obiezione che solleva il Comune riguardo il vincolo paesaggistico al grido di ci stanno bloccando l'economia è, secondo Italia Nostra, «assolutamente infondata. Una propaganda terroristica. Il vincolo paesaggistico non può che migliorare e salvaguardare gli spazi. Non significa non poter più edificare, ma bisogna farlo rispettando dei parametri».
«Sono anni - continua Rutilio - che Viterbo è vittima di uno sviluppo urbanistico caotico e selvaggio. Il vincolo paesaggistico esiste anche a San Martino e La Quercia e non mi pare che lì le attività si siano bloccate, ma anzi rese armoniche con il territorio». La proposta di Italia Nostra è quella di aprire un tavolo con l'Università e di porsi come interlocutore - con il Comune - per difendere il vincolo paesaggistico. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero