Gli istituti superiori fanno ancora acqua

Gli istituti superiori fanno ancora acqua
Anno scolastico nuovo, disagi vecchi. C'è preoccupazione tra gli studenti, professori e personale non docente degli istituti superiori di Civita Castellana; da lunedì...

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Anno scolastico nuovo, disagi vecchi. C'è preoccupazione tra gli studenti, professori e personale non docente degli istituti superiori di Civita Castellana; da lunedì torneranno a fare i conti le stesse difficoltà che hanno lasciato a giugno. Durante l'estate, sostengono genitori e sindacati, la Provincia, non ha eseguito i lavori di manutenzione e pertanto in tutti gli edifici la situazione è ancora carente. All'istituto professionale Besta (indirizzo tecnico- commerciale) di via Petrarca, ieri con la prima pioggia, nelle aule e sui muri è comparsa di nuovo l'acqua. Nello stesso complesso scolastico, non sta certo meglio l'Itis, dove non è partita la realizzazione del laboratorio di chimica; è evidente la muffa sulle pareti a causa delle infiltrazioni; stessa fotocopia il liceo scientifico Colasanti. E' ridotto male anche il liceo artistico Ulderico Midossi di via Gramsci. « Hanno soltanto tagliato l'erba su nostra sollecitazione - ha fatto notare Maria Antonietta Dobboloni presidente del consiglio d'istituto-: dentro le aule ci piove e nemmeno sono state realizzate le rampe di accesso ai disabili». La lista prosegue con gli studenti dell'istituto professionale Ivan Rossi, chiuso per ristrutturazione in primavera (i lavori ancora non partono), che sono stati parcheggiati in altre strutture. Mancano anche un centinaio tra banchi e sedie nelle aule degli istituti civitonici.


«Stiamo facendo del nostro meglio - ha detto il preside dell'istituto comprensivo Midossi, Franco Chericoni - per trovare gli arredi in attesa che la Provincia provveda». La Cisl Scuola non è tenera. «A Civita c'è una situazione particolare - ha sottolineato il segretario provinciale Brunella Marconi -: la Provincia si è dimenticata di questo angolo della Tuscia; non c'è stato mai un interessamento serio e a pagare sono gli alunni e gli insegnanti».

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Il Messaggero