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Pessimo avvio di anno per i lavoratori della Tuscia. In provincia di Viterbo, nel bimestre gennaio- febbraio, gli infortuni sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2023. E si tratta del dato peggiore del Lazio. È quanto emerso dagli Stati generali per la salute e sicurezza sul lavoro organizzato dalla Cgil di Roma e del Lazio nei giorni scorsi e a cui hanno partecipato anche gli esponenti della Uil di Roma e Lazio.
Quanto sia grave l’andamento nel Viterbese lo dimostra anche il raffronto col resto della regione, dove solo a Roma il trend è in aumento ma lontano anni luce dalle percentuali di Viterbo.
L’aumento è trainato dalla componente maschile dove si registra un incremento dell’11 per cento rispetto ai primi mesi del 2023. Su base provinciale è Roma il territorio più esteso e quindi con il numero maggiore di incidenti sul luogo di lavoro (4.961 nel primo bimestre 2024 a fronte dei 4.610 nello stesso periodo del 2023, con un +7%). Segue Latina con 531 infortuni nel 2024, in calo rispetto ai 610 dell’anno precedente. E ancora: Frosinone con 285 (erano 288 lo scorso anno) e Rieti in diminuzione con 182 sinistri sul lavoro a fronte dei 186 dello scorso anno. Viterbo? Con 269 infortuni registra l’incremento percentile maggiore (+102,3 per cento a fronte dei 133 incidenti del 2023).
“Bisogna fermare la strage, non si può morire lavorando”, ha detto il segretario della Cgil di Roma e Lazio, Natale Di Cola. E ha aggiunto:“I dati del 2024 sono impietosi. Nella nostra regione nei primi due mesi sono già oltre 6 mila gli infortuni e sono raddoppiate le morti (questo fenomeno non riguarda però Viterbo dove non ci sono state, ndr)”.
Per il segretario della Cgil di Roma e Lazio “serve sicurezza, servono controlli e serve soprattutto un impegno da parte di tutti . Dobbiamo aumentare il coordinamento con tutte le forze ispettive, avere un piano straordinario di assunzioni per permettere al pubblico di fare il suo dovere e di investire in formazione e di investire nella regolarità contributiva – conclude - nell’applicazione dei contratti e nella qualificazione delle imprese”.
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