Bando del verde pubblico, le carte al vaglio della Procura. E giovedì pomeriggio da quelle parti è passato anche il sindaco Leonardo Michelini. Il quale da una parte...
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Il bando ha una storia travagliata. Si è partiti con l'idea di spacchettare la città – e poi anche il bando – in tre lotti: est, ovest, frazioni e scuole. Il via è stato quasi una sperimentazione, con l'affidamento di tre mesi (per poche decine di migliaia di euro) e subito un ricorso al Tar nel 2014 da parte di una ditta locale, su cui però ha avuto la meglio il Comune. Il principio della suddivisione? Stimolare la concorrenza, evitando che la stessa impresa metta le mani su più di un lotto.
Il bando vero e proprio è roba dello scorso aprile. Roba da oltre 1,3 milioni per un affidamento triennale. Le ultime dichiarazioni vedono l'assessore Raffaela Saraconi intenzionata ad affidarlo entro la fine del 2015. Poi non se ne è saputo più nulla. Intanto però a palazzo dei Priori è arrivata la riorganizzazione dei settori. E questo è passato al dirigente nuovo arrivato, Giovanni Cucullo.
Giovedì pomeriggio, tra il primo e il secondo appello del consiglio comunale, il sindaco se n'è andato. «Ero in procura», confiderà dopo. A fare cosa? «Nulla di particolare – dice Michelini – ho solo preso un caffè». C'entra il verde pubblico? «No assolutamente. Ero lì per cose più amministrative: nulla di scottante». Risulta ci sia un'indagine in corso? «Che io sappia no, ma in caso è bene che io ne sia all'oscuro». Eppure le carte del settore sono state viste uscire dal Comune ed entrare in Procura. «È normale, ne hanno viste anche di altre cose. Devono guardare tutto. Sarebbe troppo facile se uno che svolge funzioni pubbliche non fosse soggetto a essere attenzionato. Comunque non sono stato io a portarle». Nessun indagato? «Io non so niente di questo – conclude Michelini - come probabilmente di altre cose».
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Il Messaggero