Inclusione universitaria di detenuti, protocollo d'intesa Unitus-Garante Regione Lazio

Il rettore Unitus Stefano Ubertini
«La convenzione ribadisce il nostro impegno verso il sociale, conferma la nostra politica di inclusione, a cominciare dai diritti di ognuno all'istruzione. Per...

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«La convenzione ribadisce il nostro impegno verso il sociale, conferma la nostra politica di inclusione, a cominciare dai diritti di ognuno all'istruzione. Per questo la formazione nei penitenziari è essenziale per una università pubblica che si candida ad essere polo di riferimento culturale, educativo e didattico del territorio».

Così Stefano Ubertini, rettore dell’Università della Tuscia, a commento dell’intesa sottoscritta con Stefano Anastasia, Garante dei diritti dei detenuti della Regione Lazio. Obiettivo? Consentire ai cittadini sottoposti a misure restrittive della libertà personale di completare gli studi. Quanti di iscriveranno ai corsi dell’ateneo potranno essere esentati dalle tasse regionali di iscrizione e riceveranno gratuitamente i libri e il materiale didattico; nel contempo l'Università potrà ricevere i contributi regionali per il tutoraggio degli studenti detenuti.

Come saranno articolate le attività formative? «Organizzando - risponde il rettore – interventi che consentano  possibilità di interazione tra docenti e studenti detenuti, previe le autorizzazioni previste dalla legge e favorendo modalità di iscrizione part-time che consentono di completare gli studi in un tempo congruo senza andare fuori corso. Laddove possibile e consentito dalle misure detentive, si utilizzeranno le nuove tecnologie multimediali per l’insegnamento a distanza».

I commenti. «Lo studio universitario - sottolinea Anastasìa -  è una straordinaria opportunità per i detenuti. Arriva spesso al termine di un lungo percorso, che porta tanti di loro a completare interi cicli di istruzione in carcere, e dà loro non solo la possibilità di accrescere le proprie competenze e di migliorare le possibilità di reinserimento, ma anche di riempire il tempo di detenzione di occasioni di riflessione sul proprio vissuto e sulle proprie capacità».

“La convenzione – aggiunge  Carmelo Cantone, provveditore dell'amministrazione penitenziaria Lazio, Abruzzo e Molise - è per noi una sicurezza di professionalità e qualità che possiamo offrire alle persone detenute che vogliano accrescere le proprie conoscenze culturali». «Si conferma – conclude Alessandra Troncarelli, assessora regionale alle Politiche sociali e ai servizi alla persona - la volontà della Regione Lazio di perseguire la strada dell'inclusione ad ogni livello. La firma di questa convenzione ne è una chiara dimostrazione».

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Il Messaggero