​In fiamme oliveto, chiesti 8 mesi di carcere per ex volontario della protezione civile

Incendio
In fiamme oliveto tra Faleria e Calcata, la Procura chiede 8 mesi di carcere per un ex volontario della protezione civile. L’uomo, un 40enne del posto, è accusato di...

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In fiamme oliveto tra Faleria e Calcata, la Procura chiede 8 mesi di carcere per un ex volontario della protezione civile. L’uomo, un 40enne del posto, è accusato di essere il piromane che nell’estate del 2018 mandò in fumo ettari di oliveto. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, avrebbe appiccato le fiamme a un terreno sulla strada per Magliano Sabina, tra Faleria e Calcata. Era l’ora di pranzo del 30 luglio 2020 e le fiamme, divampate nel giro di pochi minuti, alimentate dal forte vento, si sono estese velocemente, arrivando a sfiorare il centro abitato e una casa di riposo, oltre ad interessare ricoveri per animali.

L’uomo era stato notato mentre stata armeggiando all’interno di un campo di olivi a Calcata, dove poco dopo è scoppiato un incendio. A lui i carabinieri arrivarono poche ore dopo: testimonianze e riscontri convergevano tutti su di lui. In particolare una donna, testimone dell’incendio, lo collocò proprio sulla scena all’ora delle fiamme e nonostante fosse un volontario della protezione civile, addetto alle macchine non mosse un dito per allertare i colleghi. Il pm al termine dell’istruttoria ha chiesto 8 mesi di carcere per l’incendio doloso. Tre le parti civili costituite, i due proprietari del terreno e l’assicurazione. Per i proprietari del terreno l’avvocato ha chiesto una provvisionale esecutiva di 20mila euro, l’assicurazione 10mila euro e pene decisamente più dure rispetto a quelle chieste della procura.

La difesa, avvocato Paolo Casini, ha chiesto l’assoluzione. «Ci sono molti dubbi - ha affermato - a partire dalla sua presenza sul luogo dell’incendio, visto che lui lì ci lavorava. Non ha allertato la protezione civile, probabilmente non sapeva usare il telefono. Posso dire che è stato un atteggiamento negligento ma questo non basta per una condanna». La sentenza il prossimo 25 maggio.

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Il Messaggero