Imbrattano la chiesa medievale appena ristrutturata ma si firmano, il sindaco di Vasanello: «Ripulite o vi denuncio»

Le scritte sulla chiesa medievale a Vasanello
Imbrattano i monumenti con scritte e disegni osceni, ma si firmano. E così il sindaco lancia l'appello sui social: se si presenteranno in Comune e pagheranno per...

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Imbrattano i monumenti con scritte e disegni osceni, ma si firmano. E così il sindaco lancia l'appello sui social: se si presenteranno in Comune e pagheranno per ripulire, tutto finirà qui. Altrimenti, scatterà la denuncia. Succede a Vasanello dove il primo cittadino Antonio Porri è stanco di spendere i soldi pubblici, quindi di tutti, per correre dietro a chi, non avendo di meglio da fare, impiastra i muri e le chiese medievali del paese. "E' già successo pochi mesi fa, con le svastiche sull'acquedotto che abbiamo tolto – ricorda Porri – spendendo 2.700 euro per saldare la fattura di una ditta specializzata. Adesso ci risiamo, ed è ora di farla finita".


Questa volta i graffiti sono comparsi martedì pomeriggio proprio sulla chiesa di San Salvatore e sul campanile annesso che il Comune e la curia aveva ristrutturato da poco, spendendo 65mila euro. "Parliamo – spiega il sindaco – di uno dei campanili più belli del Lazio e di una chiesa di pregio risalenti all'XI secolo, costruiti con il tufo, un materiale molto delicato". Gli autori? "In quell'area – risponde – si ritrovano sempre ragazzi tra i 13 e i 14 anni. E infatti sotto uno dei murales c'è il nome di una ragazzina, poi cancellato. In un altro, proprio sul campanile, un cuore con le iniziali puntate: facile risalire agli autori".

Su Facebook Porri ha scritto: "Visto che le scritte riportano nomi di ragazzi, si invitano gli autori dell'atto di vandalismo a presentarsi in Comune per concordarne la ripulitura, prima di dover intraprendere azioni consequenziali". Il senso è semplice: se entro lunedì non si costituiranno spontaneamente, il sindaco andrà in caserma per denunciali. "Vorrei però che fossero i loro genitori a pagare per ripulire: sarebbe – conclude – una bella lezione perché cose del genere non le facciano più". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero